Il giorno dei colombi
Quando siamo giovani, le parole sono sparse tutte intorno. Mentre vengono messe insieme dall’ esperienza, altrettanto facciamo noi, frase per frase, finché la storia prende forma. Io non volevo andare. Non sapevo cosa mi sarebbe successo, di buono o di cattivo, o se avrei potuto sopportarlo, in un modo o nell’ altro.
Il romanzo inizia con la strage di una famiglia di bianchi, a cui sopravvive una bambina. Da questo delitto irrisolto si dispiegano le voci e le storie della narrazione attraverso le generazioni. Tutto inizia nel Nord Dakota nel 1911 e per questo delitto vennero impiccati tre giovani ragazzi indiani. Un quarto viene graziato: è Mooshum, nonno di Eveline, il primo a narrare la storia, a prendere la parola in un romanzo corale. I personaggi si alternano, narrando in prima persona e vengono poi narrati da altri personaggi, una sorta di labirinto che svela l’ innocenza e la colpa, la giustizia e l’ ingiustizia, tra dramma e commedia, tra realtà e fantasia. Alcuni personaggi confermano, altri smentiscono, altri colorano le storie rendendole uniche. Conosciamo così Eveline Harp, bambina innamorata e giovane in difficoltà con le proprie scelte; Zia Geraldine, donna riservata che ha uno schedario che contiene i segreti di tutti; Zia Neve Harp sempre alla ricerca di notizie per la sua newsletter; il giudice Antone Brazil Couttus che prima di diventare giudice lavorava al cimitero. E poi ci sono Mooshum e suo fratello Shamengwa, un violinista. La storia del violino di Shamengwa è una storia dentro la storia che lega la strage iniziale a Corwin Peace, un ragazzo irrequieto che suona melodie senza parole. E poi ci sono le storie della Congregazione e di Padre Cassidy, di una preziosa raccolta di francobolli e di una tavola calda, il 4B. Un caleidoscopio di personaggi indelebili, intrecciati tra loro dalla storia di quella strage iniziale. Sullo sfondo Pluto, una cittadina ai confini di una riserva in Nord Dakota e in sottofondo il violino di Shamengwa che attraversa il romanzo.
Finalmente trovai il brano che stavo cercando. “Il primo segno di un animo equilibrato è la capacità di starsene tranquilli in un posto in compagnia di se stessi.” Lucio Anneo Seneca il Giovane.
Per dessert, come sempre, una macedonia di frutta.
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