La Regina delle Nevi
Ecco la mia dignità e la mia generosità, ecco le mie ferite e le mie paure, quelle reali come quelle immaginarie; ecco cosa vedo, cosa provo; ecco la mia perspicacia e la mia speranza e il mio modo di esprimermi; ecco la me-ità di me…
Una sera, una luce a Central Park cambia la percezione del mondo di Barrett Meeks. Nel frattempo suo fratello Tyler cerca le parole per comporre una canzone per la sua Beth. Due eventi che non hanno nulla in comune, se non la necessità di entrambi i fratelli di cercare e trovare qualcosa che dia un significato a tutto. Nel sottile confine tra realtà e fiaba, l’ autore affronta il tema del dolore, della malattia e della tossicodipendenza attraverso le sottili trame delle relazioni familiari, di coppia e delle amicizie. Le voci narranti si alternano tra Barrett, Tyler, Beth e Liz e ognuno, con ironia e distacco affronta il proprio difficile momento, ognuno cerca una via di fuga o un approdo, ognuno si trova ad un bivio, a una svolta. Barrett entra in una chiesa, Beth vestita di bianco affronta la malattia e la vita, Tyler aspira al successo e Liz attraverso Andrew cerca una giovinezza perduta. Il romanzo si snoda tra una notte di novembre del 2004, il capodanno del 2006 e un giorno di novembre 2008, date che segnano le vite dei protagonisti e si intrecciano con quelle di una nazione in attesa dei risultati elettorali, il secondo mandato di Bush e la vigilia dell’ elezione di Obama. La decadenza del quartiere di Buiswick coincide con la decadenza dei personaggi, mentre New York resta lontana, come i sogni che Barrett e Tyler sonoin attesa di realizzare. Con maestria Micheal Cunningham tratteggia personaggi disorientati, incapaci sia di venire a patti con il passato che di lasciarselo alle spalle per andare avanti.
Nelle persone c’ è sempre di più di quanto immaginiamo. E anche meno. Il trucco è trovare il giusto compromesso tra i due estremi.
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