La Maestra
Non era venuta a Londra per vincere la battaglia dell’ uguaglianza, quella l’ aveva persa tanto tempo prima. Era lì per vincere la battaglia contro se stessa.
Vallivana Querol è una donna do ottantanove anni che non riesce ad accettare che al posto della scuola dove ha insegnato, sorga un casinò o diventi l’ ennesimo caso do speculazione edilizia. Con lentezza si compone il passato di Valli, la narrazione corale rallenta la storia. Il passato di Valli si interrompe per dar voce al sindaco di Morella e alle sue speculazioni, rivelando un microcosmo di corruzione. Altra voce è quella di Charles, un giovane professore di Eton, interessato a fare un’ offerta per la scuola. Oltre alle sovrapposizioni delle voci ci sono lunghi salti di tempo e di geografia. Il romanzo inizia con Valli a Eton, il secondo capitolo è di Charles, il terzo del sindaco Vincent. Non ho trovato una sequenza logica nella narrazione, solo molto dopo si capisce che la narrazione ha spostato tempo e geografia. Ho trovato molto lunghi i monologhi interiori del sindaco Vincent e del tutto inutili: si capisce da subito che è egoista e corrotto. La storia di Valli stenta ad uscire fuori e le continue interruzioni non rendono abbastanza la storia di Valli che si intreccia con quella della Spagna dagli anni ’30 e con Garcia Lorca, Dalì, Bunuel e Orwell. Ci sono altri personaggi che però non riescono ad emergere: eclatante Isabel, la figlia del sindaco: definita brutta e che alla fine diventa una donna affascinante e ribelle. Amparo, la moglie del sindaco è inesistente per tutto il romanzo e alla fine diventa il punto di appoggio del marito. Ho davvero faticato a leggere questo romanzo. Ho trovato anche molti errori, non so se dovuti alla traduzione o al correttore di bozze. Peccato!
Quando gli uomini si credono ispirati da Dio, cominciano le catastrofi; quando accettano il ruolo di uomini, sono sulla strada giusta per avvicinarsi ai loro simili, che è la strada per comprenderli.
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