La Ballata di Adam Henry
Sentire Adam suonare la commosse, e la turbò nel profondo. Chi prende in mano un violino, o qualunque altro strumento musicale, compie un gesto di speranza che comporta il desiderio di un futuro.
Fiona Maye e Adam Henry sono i protagonisti dell’ ultimo romanzo di Ian McEwan. Fiona Maye è una donna di sessant’anni, stimato giudice dell’ Alta Corte Britannica, rigorosa e raffinata dedita al lavoro, alla propria vita coniugale e al pianoforte. Adam Henry è un giovane , non ancora diciottenne, bellissimo e talentuoso che affronta con l’ entusiasta cecità della giovinezza un male, la leucemia, che non lascia scampo. Il ragazzo, la sua famiglia e i membri della loro congregazione rifiutano la trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita. L’ospedale in cui è in cura ha chiesto alla giustizia di sostituirsi, con la propria razionalità e la propria ragionevolezza, alla loro volontà: sono testimoni di Geova e rifiutano la trasfusione perché contaminazione. Contravvenendo alle regole il giudice Maye decide di recarsi in ospedale per conoscere Adam Henry. L’ incontro crea un legame fortissimo tra i due. Il giudice Maye decide per Henry Adam, lasciando che la vita fluisca, letteralmente, dentro questo giovane eroe romantico. La scelta, o meglio la sentenza di Fiona ha conseguenza anche sulla sua vita, sul precario e fragile equilibrio della relazione coniugale con il marito Jack. Con maestria l’ autore narra della vita che si scontra con la religione, affrontando il delicatissimo tema della lotta millenaria tra scienza e religione, soprattutto quando la religione non è devozione o credenza, ma una forma di cieca ubbidienza. Splendida la traduzione di Susanna Basso. Solo una domanda: il titolo del romanzo in inglese è The Children Act, come si lega al titolo italiano?
Non è stata una questione semplice da risolvere. Ho tenuto nel debito conto l’ età di A, il rispetto per la sua religione e la dignità individuale insita nel diritto di rifiutare le cure mediche. Ma è mia opinione che la vita di A sia più preziosa della sua dignità.
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