E’ questo l’islam che fa paura
Quei disegni non andavano presi sul serio perché per me, per ogni vero musulmano, del profeta non si possono fare caricature, è uno spirito, uno spirito superiore, non rappresentabile da una matita. Bisognava reagire a questa cosa con indifferenza. Sinceramente, quando vedi questi disegni, ti fanno pensare a un profeta? Inoltre, non bisogna dimenticare che la Francia è un paese in cui la libertà di coscienza così come la libertà di espressione orale e scritta sono sacri. La censura non esiste più. Se sei francese e musulmano, devi rispettare la legge dello Stato. Essere cittadini significa questo.
Un breve saggio che risponde in maniera diretta e chiara alle nostre domande sull’ islam dopo la strage di Parigi del 7 gennaio 2015. Attraverso le domande poste della figlia, l’ autore ci racconta la storia dell’ islam, del mondo musulmano, degli stati arabi, del fondamentalismo, e della primavera araba. Analizzando paese per paese Tahar Ben Jelloun ci spiega le motivazioni che sono all’origine della complessa realtà del mondo islamico e ci descrive lo sdegno dei musulmani moderati di fronte al fondamentalismo criminale, spiegando cos’è la jihad e cos’è l’Isis, in che modo sia nato e come riesca a fare proseliti fra i giovani più fragili e disorientati. Difficile, dopo gli attacchi di Parigi e Copenaghen o dopo la decapitazione dei 21 lavoratori egiziani copti, non temere l’ islam. Eppure, ripete più volte l’ autore, ” l’Islam non è questo. Non è né violenza, né terrore, ma anzi è andare verso il prossimo”. Come molti intellettuali musulmani Tahar Ben Jelloun sostiene che i fondamentalisti dell’Isis abbiano piegato la religione a loro favore. ”Hanno estrapolato dal Corano alcuni versetti, decontestualizzandoli e strumentalizzandoli”. L’Isis sta tentando di riportare i musulmani nel VII secolo.
Con uno sguardo lucido e critico, l’ autore prende le distanze, senza se e senza ma, dalla barbarie dell’estremismo; e cerca di spiegare le cause del fanatismo religioso, indagando sulla società francese, sull’ipocrisia della politica degli Stati Occidentali, che condannano l’applicazione della shari’ah, e poi fanno affari, con gli stati più integralisti, come l’Arabia Saudita. La seconda parte del saggio, si compone invece di una serie di articoli scritti fra il 2012 e il 2015 per diverse testate giornalistiche (New York Times, Repubblica, Le Monde, etc) in cui vengono approfondite tematiche relative alla primavera araba, alle nefandezze del jihadismo, alla questione siriana, fulminante l’ articolo Nella Testa Di Bashar Al-Assad, in cui l’autore ridicolizza il despota di Damasco. Un libro comprensibile, civile, necessario.
Non c’è uno scontro di civiltà, c’è solo uno scontro di ignoranze, e questo scontro è terribile perché genera infelicità, guerre e razzismo.
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