Il vento di San Francisco
E così si erano ritrovati a far parte di quel flusso immenso di umanità che erano gli emigranti, una vera ondata di nazioni che attraversava l’ Atlantico per entrare in un altro mondo.
1880, Joseph e Anna Lavette sbarcano a Ellis Island dopo una traversata di sedici giorni e con pochi dollari. New York è una città difficile e Joseph accetta di lavorare alla costruzione delle rete ferroviaria. Incomincia così il viaggio attraverso gli Stati Uniti dei coniugi Lavette. Daniel nasce a bordo di un vagone merci e cresce fra i campi lungo la ferrovia. Arrivati a San Francisco decidono di fermarsi e il padre di Daniel riesce, con enormi sacrifici, a comprare un peschereccio per ritornare a fare il pescatore. 18 Aprile 1906 il terremoto sconvolge la vita di Daniel che rimane orfano e senza una casa, solo con il peschereccio del padre e tanta determinazione. Con l’aiuto dei Cassala, in società con Mark Levy e con le competenze di Fen Wo inizia una serie di investimenti nel trasporto marittimo che poi diventeranno investimenti nel settore immobiliare, alberghiero e nei primi aerei che lo renderanno un miliardario e uno degli uomini più influenti del Paese. Il sogno americano di Daniel passa attraverso il matrimonio con Jean Seldon, figlia di uno dei banchieri più importanti della California e la relazione con la giovane May Lin. Sullo sfondo la ricostruzione di San Francisco dopo il terremoto, la prima guerra mondiale, gli anni venti fino al 1929. Un romanzo storico e una saga familiare dal ritmo serrato. Primo volume di un ciclo di sei pubblicato negli Stati Uniti nel 1977 con il titolo The Immigrants. Titolo che non ha nulla a che vedere con il titolo della versione italiana, esattamente come la scelta della copertina. Perché?
Si sarebbe ricordato di quella sera per tutta la vita, dell’ uomo abbronzato che era suo padre, che aveva comandato le navi che solcavano i mari e gli aerei che volavano nei cieli, e che ora faceva il pescatore ed era felice di esserlo, e parlava con lentezza e intensità di come era bello fare il pescatore, dopo essersi gettato alle spalle tutto il passato… La madre gli aveva dato il senso dell’ opportunità delle cose, il senso della durata di una singola vita che aveva prodotto lui, mezzo cinese, un quarto italiano, un quarto francese, perché ereditasse non ricchezze e potere, ma le intricate forze che muovevano i popoli.
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