La luce della sera
La letteratura era una via d’uscita dalla vita o forse una via d’accesso alla vita, non riusciva mai a stabilire quale delle due fosse vera, sapeva solo che ne era sopraffatta.
Un romanzo che racconta di una madre e di una figlia: di una madre Dilly che aspetta in un letto di ospedale la figlia e di una figlia, Eleonora, che dapprima rimanda l’ incontro e poi lo riduce ad un breve attimo per scappare via. Una storia che è la storia di un secolo della storia d’ Irlanda: Dilly che giovanissima emigra negli Stati Uniti per fuggire alla fame e ritorna per colmare il vuoto lasciato dalla morte del fratello. E Eleonora che decide di vivere a Londra, lontano da Rusheen, i campi e la piccola cittadina irlandese dove è cresciuta. Un romanzo intenso e appassionato, costruito come la tela di un ragno, fatta in questo caso di lettere e slanci d’amore, risentimenti e amarezze, sensi di colpa,travisamenti e silenzi. Un lungo viaggio a ritroso nella vita della madre e della figlia. Un’opera costruita sulla base del rapporto esistente realmente tra la madre dell’autrice ed Edna, sulla loro difficile relazione a distanza, sugli abissi che si creavano ogni giorno tra la figlia famosa e la semplice contadina. Ottima la traduzione. Trovo più appropriata la copertina dell’ edizione originale: il tavolo apparecchiato dell’ edizione italiana non ha nulla a che vedere con la narrazione, le due donne si incontrano brevemente nella stanza di un ospedale. Tra di loro tutto il peso del silenzio e non un tavolo apparecchiato.
Eppure mi piacerebbe tanto rivedere Coney Island prima di morire. Ho sentito dire che non è più la grande attrazione che era una volta, ma per me la grande attrazione sono i ricordi.
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