La donna dal taccuino rosso
Era ora di smettere di leggere il taccuino rosse di Laure e finire di vuotare la borsa alla ricerca di un indizio, per quanto infimo, sul suo nome o sul suo indirizzo.
C’ erano altre tasche, con o senza lampo. Mai Laurent avrebbe immaginato che in una borsetta ci potessero essere tanti anfratti.
Parigi. Una mattina Laurent trova una borsa abbandonata sul marciapiede vicino a casa. Impossibilitato a consegnarla alla polizia, si mette sulle tracce della proprietaria della borsa color malva osservando scrupolosamente ogni oggetto che la borsa contiene. Laurent non va oltre il nome di Laure, nulla nella borsa porta ad un indirizzo o a un cognome. Oggetto dopo oggetto, pagina dopo pagina Laurent rimane affascinato dalla donna dal taccuino rosso e per quanto assurdo inizia a studiare ogni minimo dettaglio per trovare una risposta ai suoi interrogativi. Con l’ aiuto della figlia Chloè e di un amico scrittore Laurent riesce a dare un cognome, un indirizzo e un volto a Laure. Con leggerezza, ironia e nostalgia l’ autore ci racconta una commedia romantica senza diventare banale. Un libro ideale per un pomeriggio di pioggia da leggere tutto d’ un fiato.
Si può provare nostalgia per qualcosa che non è accaduto?
Inevitabile il confronto con la copertina dell’ edizione originale: Laure è un personaggio che si rivela attraverso le pagine, non è mai difronte a Laurent. Parchè mettere in copertina una donna che guarda lontano? Meglio la donna di spalle dell’ edizione francese.
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