Delhi

DelhiA Delhi la strada è il luogo da cui la gente trae la propria immagina dell’ intera città. Una città segregata, una città di gerarchie e legami settari, dove pochissima persone in ogni sfera della società pensano che non ci siano più differenze sociali. Una città priva di spazzi democratici.

2001, Rana Dasgupta si trasferisce a Delhi e nel 2014 viene pubblicato in inglese questo monumentale reportage sulla città. Il libro è il frutto di ricerche, incontri e viaggi all’ interno dei confini urbani di Delhi. Delhi è un vero mosaico di quartieri eleganti e baraccopoli, di professionisti e malviventi, di ricchissimi e miserabili e  di centri commerciali e mercati colorati. Dehli conta oggi 17 milioni di abitanti che hanno costretto la città a trasformarsi per accogliere tutti. Una città nata dalla distruzione dell’antica Delhi da parte degli inglesi e che ancora oggi conserva aree verdi e realtà urbane pianificate durante il colonialismo, basti pensare ai Lodi Gardens o a Connaught Place. Una città che è la storia dell’ India  e della Partizione, la storia di milioni di individui, alcune di riscatto e altre di fallimento. Rana Dasgupta incontra molti di loro e, attraverso le loro storie ricostruisce la storia di un quartiere, di una zona della città. Circostanze e imprevisti che combinati al momento storico giusto hanno creato una ricchezza incredibile e una élite politico finanziaria e governativa che domina e amministra  la città. Una città che  tutt’oggi conserva il sistema delle caste e continua una feroce guerra ai poveri distruggendo a colpi di ruspa gli insediamentiti sorti all’ indomani della Partizione e dell’immigrazione dalle zone rurali degli anni 70 e 80. Una città che ha imparato a non vedere e a voltare la faccia, una città che ha bisogno di manodopera, ma che non si preoccupa di come e dove vivono milioni di persone che ogni giorno partecipano al grande circo della costruzione di condomini, grattacieli, servizi metropolitani e ospedali: la sera l’ esterno dei cantieri si trasforma in una grande tendopoli dove vivono gli operai con le loro famiglie.  Una città cieca difronte alla questione femminile che, negli ultimi anni  è sfociata in fatti di cronaca senza precedenti e che hanno reso Delhi la capitale mondiale della violenza contro le donne.  Pagine che sono un’inedito sguardo sulla città.Un libro che alterna la narrazione storica alla geografia della città, che dà voce alle  persone e ai luoghi, che racconta di una straordinaria trasformazione e  di una metamorfosi unica al mondo. Doverosa lettura  dopo nostro viaggio a Dehli e in Rajastan.  Grazie Leonardo.

Con i suoi vincitori e perdenti, con la cultura di quanti arrivarono e l’assenza di quanti se ne andarono, fu la Partizione, più di ogni altra cosa, a segnare la nascita di quello che può essere considerata la cultura della Dehli contemporanea: la città sorta da un trauma di enorme portata e la sua cultura è una cultura traumatizzata. Anche quelli che sono nati molto tempo dopo la Partizione, anche quelli che, come me, sono arrivati a Dehli da altri luoghi e altre realtà finiscono, nel giro di poco, con l’ assumere molti dei tic post – traumatici tipici del comportamento della città. E’ per questo che Dehli sembra così instabile emotivamente – e così minacciosa – per quanti provengono da altre città indiane.

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