Victoria
Un muro di diffidenza, ignoranza e dimenticanza separava Victoria e la massa di sciiti, sunniti, curdi, assiri, sabei, persiani e turcomanni, che attraversavano con lei il ponte sul Tigri. Con il cuore che le batteva si rese conto di essersi lasciata alle spalle il ponte e di trovarsi in una grande piazza davanti a una fila di automobili e carri che aspettavano che la bandiera in cima alla torre sull’altra riva del fiume desse il via libera.
Baghdad, primi del novecento. Victoria è figlia, giovane moglie e madre. Intorno a lei un cortile e diverse famiglie che affrontano il Tigri in piena, l’invasione dell’ Impero ottomano e il mandato britannico, tra tradimenti, invidia, passioni e lutti. Il cortile di Victoria è il luogo delle parole tra le donne velate, dove le giovani imparano la vita, nel bene e nel male, dai racconti sussurrati delle donne adulte. Il cortile è il centro di tutto: è il nascondiglio degli uomini dai turchi, è il luogo di celebrazioni per le nascite, i fidanzamenti e i matrimoni ed è anche il luogo dove si annunciano i lutti. Il cortile è il punto di ritrovo delle chiacchiere, delle maldicenze e delle superstizioni. Tutto il romanzo ruota attorno a Victoria, che racconta a ritroso la propria giovinezza: la passione con Rafael, la nascita di Clementine e dei figli maschi a cui seguono gli anni dei tradimenti e delle bugie. Victoria è una donna generosa e tenace, determinata e appassionata. Victoria è schiava sia delle prepotenze e dei soprusi degli uomini che le vivono accanto, che delle tradizioni, dei riti e della solitudine. Nessuna solidarietà femminile nel romanzo, le donne sono nemiche anche quando sono figuri fragili, deboli e vittime di ingiustizie e violenze.
Con una scrittura caotica e variopinta, che riflette il caos del cortile e della città di Baghdad, l’ autore ci porta a scoprire una città che, come Victoria, vive l’ incertezza del momento storico.
Difficile, districarsi dai tra i nomi e i legami dei personaggi senza un indice dei protagonisti.
Quando Chaninah le si avvicinò, la fermò vicino alla giara e le sussurrò in un orecchio: ” Rafael ti vuole, accetti?”
Arrossì e la testa annuì come indipendentemente dalla sua volontà.
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