I figli della mezzanotte
E i miei chutney e le mie kasaundy sono, dopo tutto, collegati al mio scrivere notturno – di giorno tra le tinozze di salamoia, di notte in questi fogli, io dedico la vita al grande lavoro della preservazione. La memoria, come la frutta, viene in tal modo salvata dall’azione corruttrice del tempo.
I figli della mezzanotte sono i bambini nati il 15 agosto 1947, allo scoccare della mezzanotte e dell’Indipendenza dell’India. Sono bambini dotati di forze straordinarie. Saleem Sina è nato in quel preciso istante insieme agli altri mille e uno figli della mezzanotte e la sua storia è indosolubilmente legata a quella dell’India. La storia di Saleem inizia molto prima di quella mezzanotte, inizia sotto il cielo blu del Kashmir degli anni venti con la storia di nonno Aadam Aziz giovane medico laureato a Heidelberg. Prosegue poi con il matrimonio del giovane medico con Naseem e con il trasferimento a Bombay via Amristar e con la nascita di cinque figli. Ogni fatto storico diventa personale, Saleem è marchiato dai segni della storia nel corpo e dello spirito, vittima e allo stesso tempo involontario artefice dei fatti accaduti. Il romanzo diventa una saga familiare che nasce e continua attraverso la lotta per l’Indipendenza, i conflitti fra India e Pakistan, la proclamazione dello stato del Bangladesh e il governo di Indira Ghandi. La memoria è il tema fondamentale del romanzo che attraverso le pagine diventa mitologico, profetico e lussureggiante grazie a una miriade di eccentrici personaggi. Scritto con una prosa fantasiosa, ironica e geniale capace di non farci smarrire nella miriade di storie che si intrecciano tra loro e di personaggi che spariscono per poi riapparire dopo un’incredibile sarabanda. Un capolavoro di realismo magico.
Futilità delle statiste: nel 1971, dieci milioni di profughi fuggirono in India oltre la frontiera del Pakistan orientale – Bangladesh – ma dieci milioni è una cifra impossibile da capire. I confronti non servono: la più grande migrazione della specie umana – non significa niente. Più grande dell’esodo, più enorme delle folle della Spartizione, il mostro a più teste si riversò nell’India.
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