La grande cecità
Nei resoconti dell’attuale crisi climatica, il cardine intorno a cui ruota la narrazione è molto spesso il capitalismo. Ritengo però che questa versione della storia tenda a trascurare un aspetto altrettanto importante del surriscaldamento globale: l’impero e l’imperialismo.
Nei primi anni del XXI secolo Amitav Ghosh lavorava alla stesura de Il paese delle maree, il romanzo che si svolge nelle Sundarban, l’immenso arcipelago di isole che si stende fra il mare e le pianure del Bengala. Occupandosi della grande foresta di mangrovie che le ricopre, Ghosh scoprì che i mutamenti geologici che ciclicamente vi avvenivano – un argine poteva sparire nell’arco di una notte, trascinando con sé case e persone – stavano diventando qualcos’altro: un cambiamento ireversibile, il segno di un inarrestabile ritrarsi delle linee costiere e di una continua infiltrazione di acque saline su terre coltivate. Che un’intera area sotto il livello del mare come le Sundarban possa essere letteralmente cancellata dalla faccia della terra non è cosa da poco. Mostra che l’impatto accelerato del surriscaldamento globale è giunto ormai a minacciare l’esistenza stessa di numerose zone costiere della terra.
La domanda per Ghosh nasce spontanea: come reagisce il mondo culturale e in particolar modo la letteratura. Quando il tema del cambiamento climatico appare in una pubblicazione si tratta quasi sempre di saggistica. La rara e fugace comparsa di questo argomento in narrativa è catalogata nel campo della fantascienza.
Perché questa resistenza letteraria? Il mondo sembra non accorgersi o non voler prendere davvero sul serio il catastrofico problema del cambiamento climatico. Il mondo rimane occidente centrico, esclude tutto il sud est asiatico e l’Africa e non analizza le causa storiche del surriscaldamento climatico. Da dove deriva questa cecità? Domanda che attraverso le pagine rimane senza risposta. Interessante e necessaria lettura per andare oltre all’evidente e dilagante superficialità anche in questo tema, come evidenziato dal sottotitolo: il cambiamento climatico e l’impensabile. Una riflessione acuta, provocatoria e originale.
La cruda realtà è che nessuna strategia globale può funzionare se non viene adottata dall’Asia e dalla maggioranza dei suoi abitanti. Tuttavia anche da questo punto di vista, le peculiari condizioni dell’Asia continentali sono spesso assenti dal dibattito pubblico.
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