Lila
Lei aveva la sembianza di una vita, perché la viveva da sola. Abitava in una sembianza di casa, con delle pareti e una tetto e una porta che non tenevano niente dentro e niente fuori. E quando Doll l’aveva presa in braccio e portata via, aveva percepito una sembianza d’ali.
Lila è una donna di estrema sensibilità e intelligenza. Lila è una bambina pelle e ossa e prima di Doll non aveva nemmeno un nome. Doll è una donna segnata nel volto e nel cuore dalla vita, diseredata a sua volte e forse una fuorilegge. Un giorno Doll raccoglie da sotto un tavolo una bambina, la avvolge in uno scialle, la porta lontano e le dà un nome: Lila. L’infanzia di Lila è segnata da vagabondaggi, dalla Grande Depressione e dai pericoli della quotidianità vissuta ai margini. Poi dopo anni arriva a Gilead, indifferente a tutto: vive in una baracca vicino al fiume e lavora occasionalmente nelle fattorie dei dintorni. Lila ha solo 45 dollari e una immensa solitudine. Un giorno un temporale la costringe a entrare in una chiesa, lì trova un uomo, John Ames, capace di ascoltare e parlare. Durante le loro passeggiate, Lila inizia a raccontare a John tratti della sua vita e pone domande che non ha mai avuto il coraggio di pronunciare ad alta voce, fino alla più impensabile: “sposami.”
Lila nei flashback dei suoi pensieri ci porta ai confini dei campi di granoturco, dove la vita si vive istante per istante, senza mezzi di sussistenza: dove non ci si può fidare di nessuno perché la vita vale nulla. Per questo Lila ha bisogno di sapere, di comprendere per non sentirsi più sola. Un romanzo intenso, che lascia sullo sfondo stili di vita e comportamenti socialmente accettabili e abbraccia il disordine del vagabondaggio, della galera e della prostituzione. Un vivido ritratto dell’Iowa e della provincia americana degli anni cinquanta agitata da tensioni culturali e combattuta tra fede e libertà.
Tutto era notte e neve, sotto una grande luna. Oltre le poche luci di Gilead l’immenso nulla bianco che il vento aveva tutto per sé, gli stagni coperti di ghiaccio e i campi di granoturco straziati, le rimesse e le baracche raffazzonate.
Lascia un commento