La fuga di Benjamin Lerner
Benjamin Lerner, un soldato alto e ben piantato con una cicatrice che correva irregolare dal sopracciglio alla tempia, ed equipaggiato di tutto punto da fante dell’esercito imperiale russo, camminava svelto per le strade di Varsavia, diretto al ponte Praga. Alle quattro in punto avrebbe dovuto presentarsi al Centro di Deposito del quartiere Praga, ed era in ritardo.
Varsavia, prima guerra mondiale dalla fine del 1915 all’aprile del 1917. Benjamin Lerner è un giovane soldato ebreo dell’esercito imperiale russo che decide di disertare. Senza un piano e senza nessuna via di fuga il giovane si rifugia dallo zio reb Baruch Joseph, a sua volta un profugo da un shtetl occupato dai cosacchi. Benjamin si innamora di Gitta, figlia di Baruch, ma nelle improbabili fantasie di ricchezze del padre, Gitta è la promessa sposa di un uomo ricco e anziano. Dopo uno scontro con lo zio Lerner fugge e si rifugia, con un amico scultore, presso uno studio frequentato da artisti. Un’uscita casuale lo rende prigioniero in un campo di lavoro tedesco e dopo una rocambolesca fuga riesce a ritrovarsi con Gitta. I due incontrano un un ricco ufficiale ebreo e lo seguono nella sua idea di fondare una comune nella sua proprietà in Russia. Il progetto fallisce e Lerner finisce in prigione. Evade e riesce a partecipare all’assalto del Palazzo d’Inverno. Un grandioso romanzo popolare, comico e drammatico allo stesso tempo. Storie individuali e grandi movimenti di massa, destini personali legati alla Storia, con il sogno del socialismo di tanti ebrei e con l’infrangersi delle speranze di molti.
Pelle di Pecora e Lerner si fecero avanti e lessero gli avvisi alla folla. “Ordini del Quartiere Generale… blah… blah… blah… ah, ecco qui” lesse Lerner. “Nuove assegnazioni di razioni al personale civile: Pane 375 grammi. Carne e zuppa, una volta a settimana ( domenica), 137 grammi. Succedaneo del caffè, 23,5 grammi. Saccarina, 0,0748 grammi a testa al giorno. Firmato Holz, Comandante del Distretto.”
Lascia un commento