Nessuno ritorna a Baghdad
Un andare per tornare, un partire per trovare…
Viaggiare è soltanto fare provvista di ricordi, aver fame di nostalgia.
Baghdad, inizi del Novecento Flora, Ameer e Violette sono rimasti soli nel momenti in cui , una notte la madre Norma, decide di lasciare Baghdad e andare a cercare una nuova possibilità oltreoceano. I tre giovani ragazzi sono seguiti dallo zio Eliahou, fratello del padre defunto. Ameer parte per il college in India e le due sorelle rimangono a Baghdad, in attesa di una proposta di matrimonio e di una parvenza di normalità. La Storia incombe e essere ebrei a Baghdad diventa difficile e pericoloso. Iniziano così le partenze, i viaggi nel deserto, le città di transito per un biglietto e un nuovo itinerario, navi che attraversano l’oceano e il futuro diventa un presente di nuove geografie. Le famiglie crescono, si allargano, si parlano nuove lingue e si attraversano nuovi confini; dentro rimane però una nostalgia indefinita, sfuocata di paesaggi e odori di luoghi ormai lontani. New York, Milano, Gerusalemme, Londra, Haifa, Tehran e Madrid: un mondo riadattato alla realtà di Flora, Ameer e Violette e al legame faticosamente ricostruito con la madre Norma.
Un romanzo corale sulle delusioni e le speranze, che racconta di momenti difficili e di muri invalicabili, di umorismo e vitalità di una famiglia costretta dalla Storia a improvvisare ogni giorno fino all’approdo finale di un viaggio di sradicamento.
Un’attualissima storia di migrazioni, di partenze e arrivi.
Da tempo ormai nessuno della loro famiglia abitava più in quel dedalo di strade affacciato sul mercato, nessuno di loro frequentava le piccole e grandi sinagoghe che costellavano quel pezzo di Baghdad. Però era rimasto il luogo del loro tempo immemorabile, il cuore di quella specie di eternità in cui gli ebrei di Baghdad avevano per millenni creduto di vivere e che invece si stava sbriciolando fra le loro mani, giorno dopo giorno, famiglia dopo famiglia, come la polvere del deserto, che sembra così volatile eppure resta sempre appiccicata addosso, si deposita sulla superficie delle cose, entra dentro la pelle e la memoria, e non se ne va mai più.
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