Pranzi di famiglia
Rita mangiò solo qualche cucchiaiata di zuppa, con gli occhi fissi alla scodella. Avrebbero potuto abbracciarsi, dirsi che erano fratelli e si volevano bene, invece, come sempre, dominò il silenzio. Troppi pensieri e mai nemmeno una parole. Si tace per tutta la vita sulle cose più essenziali, pensò Vasco. Di questo silenzio, a volte, si muore.
Tre figli, due sorelle e un fratello, un padre e ogni domenica un pranzo di una ritualità svuotata dal silenzio. La morte della madre ha inasprito ulteriormente i logori rapporti familiari. Una donna che ha tenuto insieme tutti i pezzi di un legame esaurito: le continue operazioni Rita, nata deforme, l’abbandono del padre, la bellezza di Joana in contrasto con il volto di Rita e la solitudine di Vasco. Il padre Tiago, vive con Marta, una donna affascinata dal potere e dai soldi, abile attrice di rancori e invidie. Le domeniche insieme sono un abile e frettoloso modo per mantenere la parvenza della famiglia. E così tra le pagine e i pranzi della domenica si dipana una storia di vuoti e assenze, di egoismi e rivalità e di non ricordo. Emerge nitida l’assenza di ricordi comuni, di una storia familiare di un legame, tutto è confuso e a brandelli e i silenzi di Tiago sono macigni sotto cui nascondere la verità. Sarà Rita a ricostruire la storia della famiglia, attraverso i documenti ufficiali degli archivi di stato e sarà Vasco, che scrivendo ricordi improvvisi su un quaderno, ricostruirà una storia ben diversa da quella sempre raccontata. Rita e Vasco salvano il passato dall’oblio, mentre Joana è impegnata a costruirsi letteralmente una prigione addosso e Tiago vede la fine del mandato da ministro come un punto di non ritorno. A colorare il romanzo Luciana Albertini, una pittrice italiana che apre Vasco al sentire e ricordare. Un romanzo intenso di sentimenti e legami famigliari, sia quelli che continuano, sia quelli che proprio non riescono a muovere un passo. Sullo sfondo una luminosa Lisbona, di vie e prelibatezze culinarie.
Dopo la nascita del secondo figlio, la tomba che Joana aveva già cominciato a scavarsi divenne un mausoleo, e prese a chiudersi ogni giorno un pò di più sopra la sua testa. La Albertini diceva che voleva fare la fine di Aida senza Radames, ma in realtà sia lei che Vasco si stavano preoccupando. Non che tra la Albertini e Joana ci fossero mai stati dei gran rapporti, le cose erano state chiare fin da principio: alla Albertini non piacevano le principesse, a Joana chi non la considerava come tale.
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