Blanche e Claude
Ma nella Parigi del 1923, stava per scoprire Blanche, una donna non poteva votare. E se era sposata non poteva aprire un conto in banca e doveva consegnare tutto il suo denaro al marito. Nella Parigi del 1923, una donna, coniugata o meno, non poteva entrare nel bar dell’ Hotel Ritz
Parigi 1940, i nazisti dilagano per le strade della città: occupano edifici storici e alberghi senza alcun rispetto, tra questi l’Hotel Ritz di Place Vandome, famiglie reali e dinastie, di scrittori e stelle del cinema.
Claude Auzello è il direttore del Ritz e sua moglie Blanche è semplicemnte la moglie del direttore, che si occupa degli ospiti e del personale e del dietro le quinte di un così famoso hotel.
La vita del Ritz è in apparenza sempre la stessa, solo che ora al bar si fanno trattative per visti e passaporti e per ogni tipo di generi da mercato nero.
Claude entra nella resistenza, mantenendo il ruolo di direttore e anche Blanche, ruoli e compiti diversi che li porteranno a non incontrarsi mai nei rispettivi ruoli di resistenza, allontanandoli l’uno dall’altra perchè entrambi sono ignari di quello che fa l’altro, regola d’oro della resistenza.
Storia di un amore e di un grand hotel, tra le cui pareti sono state scritte alcune delle pagine più oscure dell’occupazione nazista a Parigi.
Una storia, quella di Blanche e Claude appena accennata nei libri storia, ma non per questo meno vera e meno importante. Un libro che ricostruisce da alcune dettagli storici, come The Hotel in Place Vandome di Tilar J. Mazzeo e The Ritz of Paris di Stephen Watts, una storia di Resistenza unica nel suo genere.
E nonostante tutto, i conti con il passato saranno difficili per Claude e Blanche, eroi dimenticati dalla Storia.
Finale inaspettato prima, poi più chiaro mentre procedono le ultime pagine.
Ancora una volta, Claude non dispone di un vocabolario all’altezza della situazione, perciò cade in un silenzio senza speranza. Un tempo considerava il francese la lingua più perfetta del mondo: gli aveva permesso di conquistare sua moglie, non era forse così? Lei stessa sosteneva di essersi innamorata di lui per via del suo accento. Ma la guerra ha infranto anche questa illusione. Perché la guerra non ha alcun senso in nessuna lingua.