Canto della tempesta che verrà
E’ strano come tutto possa rimanere uguale quando di colpo non lo è più. O come tutto sia sembrato uguale anche se probabilmente sono passate due ore dall’ istante in cui è avvenuto il cambiamento.
Cambogia agosto e settembre 1955. Siamo alla viglia delle prime elezioni del paese. Nell’arco temporale di un mese circa, dal 22 agosto al 21 settembre 1955 le vicende dei tre protagonisti si intrecciano, muovendo le fila della Storia. Sar, giovane insegnante comunista, è segretario del vicepresidente del partito democratico, e lavora nell’ombra per l’Organizzazione, è il futuro Pol Pot; Sary, è ministro del governo e consigliere del principe Sihanouk e guida le mosse della campagna elettorale per ottenere una vittoria sicura; Somaly, giovane imparentata con la famiglia del principe, è stata da poco eletta miss Cambogia, è la fidanzata di Sar e l’ amante di Sary. Con una scrittura precisa l’ autore ci porta nella Cambogia all’ indomani dell’ indipendenza francese ( 1953), nei circoli privati, a corte, nelle soirèès dansantes dove si svolge la vita e si preparano gli accordi elettorali. La suddivisione in tre parti, una per ogni personaggio ci conduce nel lento incedere dei giorni e nei pensieri dei protagonisti. Permane durante tutto il romanzo un senso di nostalgia, di inquietudine e di irrealtà, come se i giorni descritti fossero il preludio alla violenza che esploderà in Cambogia nel 1975 con il regime di Pol Pot quando un terzo della popolazione cambogiana perse la vita tra il 1975 e il 1979.
Accurata la ricerca storica dell’ autore e ottima la traduzione di Laura Cangemi
La copertina della versione originale anticipa la violenza della Storia, la copertina di Iperborea ha un che di nostalgico.
Poi sarebbe andata come doveva andare.
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