Cari fanatici
In effetti, il germe più o meno occulto del fanatismo si annida non di rado dentro manifestazioni diverse di dogmatismo categorico, di chiusura, quando non di ostilità, nei confronti di posizioni considerate inaccettabili. Quella ferma convinzione di essere dalla parte del giusto che scava e si asserraglia dentro di sé, che non contempla né finestre né porte, è la cartina di tornasole di questa malattia, così come le prese di posizione che scaturiscono da pozzi cristallini di sprezzo e repulsione, che respingono qualunque altro impulso emotivo.
A più di dieci anni dall’uscita di Contro il fanatismo, Amos Oz ritorna sul tema con tre nuove riflessioni che riprendono il discorso, lo rielaborano, lo aggiornano e lo ampliano alla realtà di oggi. Il filo conduttore è una disamina del fanatismo, unita a una pacata ideologia della moderazione. A prescindere dal tipo di fede e dal contesto in cui il fanatismo, religioso politico o culturale, si esprime, esso è per Amos Oz il vero nemico del presente. Un fanatismo che si espande a ogni latitudine, dietro apparenza ingannevoli, il cui fine è quello di riportare il mondo a una divisione medievale. Il tema porta inevitabilmente, l’autore alla situazione attuale del Medio Oriente e al drammatico conflitto israelo – palestinese.
Una lettura urgente, per comprendere e dare un nome al fanatismo che ci circonda.
Peraltro ci ripetono giorno e notte che ” la nostra forza sta nell’essere uniti. La nostra forza sta in effetti nell’essere tutti uniti intorno al nostro diritto di essere diversi gli uni dagli altri. La diversità non è un male passeggero bensì una fonte di benedizione. Il fatto di non pensarla tutti nello stesso modo non è una fastidiosa debolezza, ma il clima giusto per il fiorire della vita creativa. Siamo diversi gli uni dagli altri non perché alcuni di noi ancora non vedono la luce, ma perché al mondo di luci ce ne sono tante, non una sola. Arti e idee, non un’arte e un’idea.
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