Casa Tyneford
Quelle estati erano lunghe e azzurre e calde. Ricordo tutto, o almeno credo. Non mi sembra passato tanto tempo. Mi sono riproiettata ogni momento così spesso che in ciascuno di essi posso udire la mia voce.
Ora, mettendoli nero su bianco, sembrano fissi, assoluti.
Sulla pagina riviviamo, giovani e inconsapevoli, e tutto deve ancora accadere.
Vienna 1938 Elise è la prima della famiglia Landau ad abbandonare l’Austria: i genitori sono riusciti a farle avere un visto come domestica presso Mr. Rivers a Tyneford House. La sorella Margot e i genitori sono in attesa del visto per gli Stati Unito e il progetto è di ritrovarsi l’anno dopo a New York, al massimo tra due anni. E così Elise, cresciuta negli agi di una famiglia borghese, la madre è una stella dell’Opera di Vienna e il padre Julien è un noto scrittore, si ritrova con una valigia e una viola di palissandro ad attraversare l’Europa in fuga dal nazismo.
Lontana dalla famiglia e da Vienna Elise tenta ogni giorno di combattere la nostalgia e le preoccupazioni per i familiari rimasti a Vienna, inoltre le difficoltà con una lingua che non comprende e con cui fatica a d esprimersi rendono difficili i rapporti con gli altri domestici e con Mr. Rivers.
Le lettere che giungono dall’Austria sono rare gli articoli dei giornali raccontano di un Europa sull’orlo di una guerra che travolgerà tutto e tutti. Attimi di leggerezza inaspettata sono le visite di Kit, giovane figlio di Mr Rivers, e per un attimo Elise sente una rinnovata possibilità di felicità.
Un istante brevissimo, spazzato via dalla guerra.
Un romanzo intenso e struggente, sullo sfondo di un mondo attraversato dalla violenza della seconda guerra mondiale.
Il villaggio di Tyneford è basato sul villaggio fantasma di Tyneham, sulla costa del Dorset. Negli anni trenta Tyneham e Worbarrow Bay erano abitate da più di mille anni. Nel pieno della seconda guerra mondiale il Ministero della guerra requisì l’intera tenuta per uso militare. Il 16 novembre 1943 fu inviata a tutti una lettera in cui si informavano gli abitanti del villaggio che le loro abitazioni sarebbero state sequestrate e che avevano un mese di tempo per lasciarle, con la promessa che sarebbero state restituite alla fine della guerra. Alla fine della guerra Churchill violò la sua promessa e il villaggio non fu restituito, ma requisito a titolo permanente. Ancora oggi è una zona militare.
Le sorrisi, sentendo il calore della stretta di Kit. Udii lo scricchiolio di un bicchiere di champagne sotto la scarpa di lui. Il vetro si ruppe e io vi passai sopra. Vetri infranti nel tempio. Dolore. Mai dimenticare la tristezza. Non esiste gioia senza tristezza. Il nostro impeto cresceva con la musica. Chiusi gli occhi. Vetri infranti. Il compleanno di Kit e i templi che bruciano. Kit mi stava bisbigliando qualcosa all’orecchio, ma io non lo udivo. Stavo ascoltando l’eco dei vetri infranti.