C’è bisogno di nuovi nomi
Stiamo andando a Budapest: Bastard, Chipo, Diolosà, Sbho, Stina e io. Stiamo andando anche se non abbiamo il permesso di attraversare Mzilikazi Road, anche se Bastard dovrebbe badare a Frazione, la sorellina, anche se mamma mi ammazzerebbe se lo venisse a sapere. Stiamo semplicemente andando. A Budapest ci sono guave da rubare e adesso come adesso morirei per delle guave. Stamattina non abbiamo mangiato ed è come se qualcuno mi avesse svuotato lo stomaco con un badile.
Darling é la giovane protagonista di questo straordinario romanzo. Darling vive in Zimbawe, nella baraccopoli di Paradise. Non va a scuola perchè la scuola è stata chiusa e trascorre le sue giornate rubando guave. Inventa nuovi giochi con i suoi amici,come trova Bin Laden o il gioco delle nazioni. Assiste a celebrazioni di profeti e predicatori. Scruta dall’ alto di un albero un funerale e osserva i giovani se ne vanno a cercare fortuna altrove. Poi un giorno Darling lascia il suo piccolo mondo in Africa e si trasferisce dalla zia Fostalina in America. Qui però nulla è come lo aveva immaginato. Il tempo è pessimo, la scuole migliori sono inaccessibili, i lavori che può fare sono tra i più umili e faticosi e allo scadere del visto di studio scopre una realtà ancora più difficile. Darling analizza la vita che scorre attorno a lei e colpiscono le sue lucide interpretazioni dei fatti e della propria condizione di immigrata. Darling affronta il tema dell’ esilio, delle aspettative di chi rimane a casa, della religione, senza falsi pudori. Le sue parole sono fiumi inarrestabili di riflessioni che pongono noi lettori nella condizione di riflettere e rivedere da una prospettiva diversa, sia l’ Africa, paese di ingiustizie e di povertà sia l’ America, paese delle grandi opportunità. In entrambi i casi Darling riscontra il peso dei luoghi comuni: per gli amici in Zimbawe l’ america è il paese dei divi hollywoodiani e dei luoghi da cartolina, per gli americani l’ Africa è un grande paese di povertà e non un continente di differenti nazioni ed etnie.Dolorosamente necessario il capitolo Come abbiamo vissuto, che con estrema delicatezza descrive l’ esilio attraverso lo sguardo di Darling, un breve capitolo per comprendere la vita e le emozioni che si celano dietro un volto diverso dal nostro. Uno straordinario romanzo d’ esordio.
Stavamo andando in America. Stavamo andando sulle orme dei figli e delle figlie deportati, sì, stavamo andando in America. E quando siamo arrivati, abbiamo preso i nostri sogni, li abbiamo guardati teneramente come fossero bimbi appena nati e li abbiamo messi da parte. Non li avremmo inseguiti. Non saremmo mai diventati quello che volevamo diventare: medici, avvocati, insegnanti, ingegneri. Niente scuole per noi, anche se i visti con cui eravamo arrivati erano visti di studio.
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