Crepuscolo
C’era un’atmosfera triste tutt’intorno a loro nella cittadina silenziosa. La neve smorzava ogni rumore e non c’era nessuno in giro a piedi a parte loro. All’incrocio, un isolato più in là, passò una macchina senza fare alcun rumore, solenne e muta come una nave che solca un mare silenzioso e spettrale. Attraversarono Chicago Street, poi svoltarono verso casa, in Detroit Street.
Terzo volume della trilogia della pianura che prosegue sottovoce la narrazione dei due precedenti volumi. Colpisce l’assenza di tempo e di spazio. I personaggi, a differenza del precedente volume, si muovono lentamente: ogni gesto è velato, sbiadito, non ha contorni precisi. Le giornate dei fratelli McPheron sono scandite da ritmi giornalieri, settimanali e stagionali fino al momento della tragedia. La tragedia è il ritorno immediato di Victoria Roubideaux da Fort Collins e l’ospedale è il luogo d’incontro tra Raymond McPheron e DJ, un ragazzino che vive con il nonno. DJ fa amicizia con Dena, la figlia della vicina e compagna di scuola di Joy Rae e del fratello Ritchie. Attorno a loro, comparse che rimangono sullo sfondo, anche mentre svolgono ruoli fondamentali per lo svolgimento della trama. Come tutti i personaggi di Haruf, si dividono in modo inequivocabile, in buoni e in cattivi, in vittime e in oppressori, in anime pulite e in anime sporche. Dietro e dentro ogni gesto c’è una ragione, un motivo preciso che si intreccia con la storia degli altri personaggi, nel bene e nel male. Azioni che determinano rotture, che segnano una fine che non corrisponde ad un nuovo inizio, ma che conduce a un limbo di decisioni non prese e di decisioni sbagliate. Tutta Holt appare avvolta in una eterna luce crepuscolare e in un assordante silenzio. Intorno a Holt il nulla: vaste pianure, pochi alberi e una statale: un luogo finito in uno spazio indefinito che rispecchia la storia di ogni personaggio. Una scrittura limpida ed essenziale. Un capolavoro di realismo.
Poi iniziò a contare e fecero due volte il giro del tavolo della cucina in un movimento lento e ondeggiante, il vecchio con gli ispidi capelli grigio ferro, la camicia di lana e i pantaloni scuri, la ragazza con i capelli neri, appena alzata dal letto e arrivata in cucina con una vestaglia blu. Grazie, disse Victoria quando si fermarono.
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