Gli scomparsi
Da bambino mettevo a confronto il nonno paterno e quello materno, e il contrasto delle loro personalità mi indusse a formulare una lista. In una colonna elencai: Jaeger, ebraismo, Europa, lingue, storia. Nell’altra Mendelsohn, ateismo, America, inglese, silenzio. Confrontavo e comparavo le differenti caratteristiche, e sin da allora mi chiedevo come si può vivere il presente se si ignora il passato.
Gli scomparsi è la storia di un viaggio attraverso il mondo che l’ autore compie con il fratello Matt, per cercare di sapere cosa è accaduto allo zio Shmiel durante l’ Olocausto. La storia della famiglia Mendelsohn inizia in un piccolo paese della Polonia, Bolechow, ma andiamo per ordine cronologico: a fine ottocento Elkune Jaeger sposa Taube Mittelmark. Nel 1895 nasce il primo figlio Shmiel, seguiranno altre sette figli, tra cui Abraham, il nonno dell’ autore che riesce a emigrare in America. La storia della famiglie si compone e ricompone attraverso le lettere e le fotografie di Shmiel al fratello Abraham. La storia della famiglia di Shmiel, della moglie Ester e delle quattro figlie termina tra il 1942 e il 1943. La Storia interrompe la vita di quattro giovani ragazze,dei loro genitori e di un intero paese Bolechow. La loro storia è il silenzio che regna su quanto accaduto e che l’ autore prova a ricostruire cercando gli unici undici sopravvissuti di Bolechow ancora in vita. L’autore dà volto a Shmiel, alle sue figlie: ne ricostruisce i gesti,gli sguardi, i desideri e il timore di quanto aleggia nell’ aria. Il romanzo è un’ odissea che attraversa la memoria, il dolore e l’ indicibile che il nazismo ha compiuto. Un viaggio che attraversa quattro continenti e un secolo di Storia, che incrocia i destini delle famiglie dei sopravvissuti e che termina a Bolechow, dove tutto ha avuto inizio.
Per non dimenticare, mai.
Nella foto in basso Shmiel Jaeger.
Dobbiamo cominciare ad assumerci la responsabilità di tramandare i fatti.
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