Haiku on a plum tree
Nel 1938, la pittrice Topazia Alliata e l’antropologo Fosco Maraini si trasferiscono in Giappone, lasciandosi alle spalle un paese oppresso dal fascismo. All’indomani dell’8 settembre 1943, Topazia e Fosco scelgono di rimanere fedele ai loro principi e rifiutano di siglare una dichiarazione per dare il loro sostegno alla Repubblica di Salò. A seguito della loro scelta, Topazia, Fosco e le figlie – Dacia, Yuki e Toni – vengono deportati in un campo di prigionia giapponese, dove le violenze fisiche e psicologiche sono all’ordine del giorno. Mujah Maraini – Melehi, figlia di Toni, a distanza di anni, ripercorre nel suo esordio alla regia, i luoghi prima dell’idillio, poi del viaggio, infine del dramma della famiglia Maraini. Durante la prigionia Topazia annota pensieri e d emozioni su un diario le cui pagine sono le protagoniste di questa storia. Il taccuino di Topazia è l’unica testimonianza di un’italiana riguardante un campo di prigionia giapponese.
Haiku on a plum tree è un viaggio intimo alla ricerca del passato, in un percorso di riconciliazione attraverso le generazioni. Maraini-Melehi torna in quel Giappone che è costato tanta sofferenza alla sua famiglia. Ormai non è rimasto più niente del passato, ma le ferite sono ancora aperte e la volontà di continuare a vivere travalica i confini del tempo.
Nonostante la sua forte drammaticità, la storia è narrata con leggerezza, attraverso le interviste alle persone ancora in vita e al Dogugaeshi, spettacolo di marionette ispirato alla tradizione giapponese del diciassettesimo secolo.
Un racconto epico che inizia e si conclude a Bagheria, che ha al centro il Giappone con le sue tradizioni, la sua cultura e il ricordo del tempo atroce della seconda guerra mondiale.
Il diario di Topazia Alliata “Ricordi di arte e di prigionia di Topazia Alliata” è stato pubblicato nel 2003 da Sellerio Editore.
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