I coraggiosi saranno perdonati
Lo avevano sfollato con un’altra scuola di Londra, su un treno verso la West Country. Sulla sua sedia , lo avevano spinto nella sala comunale, dove avveniva la scelta dei ragazzi. Aveva aspettato tutta la sera. Nessuno voleva un bambino di dodici anni poliomelitico e brufoloso. Non lo avevano voluto nemmeno nel paese successivo, e alla fine sua madre era dovuta andare a riprenderselo per portarlo a casa. Era accaduto a metà della classe: in campagna non li avevano voluti.
Quegli otto, quindi costituivano la classe di Mary, fino ad allora.
Londra 1939, alla dichiarazione di guerra Mary North si reca immediatamente al War Office per dare il proprio contributo come volontaria. Nei giorni successivi, in attesa di convocazione, Mary sogna incarichi importanti come ufficiale di collegamento o di spia, per la conoscenza della lingua francese. Con estremo stupore,Mary si ritrova davanti alla scuola Hawley Street. Il suo incarico consiste nel portare in campagna una classe di trenta bambini. Un incarico che termina prima ancora di partire e che lascia a Mary il senso di responsabilità per Zachary Lee, un bambino di colore della scuola. A breve dalla campagna ritornano in città i bambini rifiutati: quelli con disabilità e quelli di colore, tra cui Zachary. Con l’aiuto di Tom Shaw Mary riesce a ripristianre una classe per far lezione ai bambini. Durante una recita tutto cambia radicalmente. Un bombardamento nemico segna la fine di molte vite e di molti legami. Sono giorni difficili per Mary, che fatica a riprendere contatto con la realtà della guerra. Zachary resta un punto di riferimento per Mary, come Alistair, amico di Tom di stanza a Malta. Ed è il legame epistolare tra Mary e Alistar a segnare e salvare le vite di entrambi. Le voci narranti, di Mary e Alistair raccontano i distanti fronti della guerra: Londra e Malta, uguali nella tragedia assurda della guerra. Interessante il dettaglio storico delle scolaresche sfollate e dei bambini con disabilità e di colore, Zachary; rifiutati dalle campagne.
Non gli veniva in mente niente da dire. ” Noi veniamo dall’America.”
Simone sembrò scettica.” E tutti gli altri sono ignoranti come te?”
“Gli altri chi?” “Gli altri di colore.”
Lui scosse la testa. “E’ che sono sempre stato stupido.”
“Non ho detto stupido, ho detto ignorante.”
“E’ lo stesso.”
“Stupido è quando non puoi imparare, ignorante è quando non hai ancora imparato.”
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