Il Lungo Sguardo
Le passò nitida nella mente una frase presa da un musical americano risalente ai tempi della guerra: Where do we go from here? E adesso dove andiamo? Fu come infilare una moneta in una slot machine che però era vuota, perchè lei non aveva risposte. Il desiderio di tornare indietro, di rifugiarsi nella vita di un tempo, era assai forte. Ma lei era in vita e perciò non poteva sfuggire alla gravità passionale del presente, che è sempre, fisicamente adesso.
Così scese a cenare da sola.
Londra 1950, i coniugi Fleming attendono gli ospiti per la festa di fidanzamento del figlio Julian. Così inizia il romanzo, dalla fine del ventennale matrimonio di Antonia e Conrad Fleming.
Il romanzo è la storia a ritroso, dal 1950 al 1926, di una moglie e di un marito. Uno sguardo tagliente quello dell’ autrice che analizza i lunghi silenzi dovuti all’ infelicità, al disincanto e alla fragilità e indaga il lato negativo e intimo di un matrimonio. L’ impossibilità di comprendersi, la sensazione di non essere amati o di non amare abbastanza, il pudore di mostrare il proprio dolore, la solitudine di entrambi, i rimpianti, e il risentimento sono i temi di questa narrazione che dal presente si snoda nel passato. Il loro fallimento è poi la storia della figlia, Deirde, incapace di gestire il proprio fascino e un’ improvvisa maternità, la storia del figlio Julian, che si sposa per noia e di un’ amante Imogen che non si sente amata. L’ incapacità di gestire il loro matrimonio porta entrambi ad allontanarsi sempre di più uno dall’altro, rendendoli indifferenti a tutto e incapaci di provare amore. Il lungo sguardo, oltre ad essere un bellissimo titolo, è uno sguardo attendo e vero come solo la vita sa essere capace di svelare.
Gestire la fine di qualcosa che è cominciato in modo sbagliato, questo è difficile.
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