Il tramonto birmano
Mentre Sao parlava, Thusandi studiava le fisionomie meravigliose sotto i grandi turbanti shan. Ogni faccia aveva una storia da raccontare: di coraggio, di sopravvivenza, di compassione, di orgoglio, di umiltà; oppure una storia comica, e qua e là un lampo di malizia
Gennaio 1954 l’ingegnere minerario Sao Kya Seng e la giovane moglie austriaca Inge Sargent arrivano a Rangoon con un piroscafo. Ad attenderli un intero popolo in festa e una sorpresa per Inge: Sao è il principe regnante dello Stato shan di Hsipaw. Inge diventa Thusandi, la principessa shan. Inge è impreparata a tutto e con entusiasmo accetta il ruolo che le spetta come moglie occidentale di Sao. Hsipaw è un piccolo mondo feudale di tradizione e superstizione e Thusandi si lascia coinvolgere dallo spirito innovatore di Sao: realizza un’ospedale e una scuola dove le loro figlie Mayari e Kennari giocano insieme agli altri bambini shan. Trascorrono anni sereni e intensi di viaggi attraverso un paese meraviglioso, fino al colpo di stato del 1962. La dittatura militare mette Thusandi agli arresti domiciliari prima a Hsipaw e poi a Rangoon. Due anni difficili che costringono Thusandi Inge a lasciare la Birmania, definitivamente. Una biografia intensa, elegante e drammatica che celebra la forza dell’amore e l’impegno politico di due giovani sposi. Splendide le illustrazioni di Elisa Talentino.
Amava la vasta veranda e la balaustra di legno scolpito che correva lungo il perimetro dell’edificio. Da lì il suo sguardo spaziò a est su centinaia di risaie terrazzate.
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