Io,la Divina
Ci può essere un qui? No. Ogni volta che è a Beirut, la sua casa è New York. Ogni volta che è a New York, la sua casa è Beirut. La sua casa non è mai dove lei è, ma dove non è.
Io, la Divina è la storia di Sarah Nour el- din. Sarah è nata a Beirut da padre libanese e madre americana. Si trasferisce giovanissima negli Stati Uniti, mentre nel suo paese infuria la guerra civile. Sarah ha una madre e una matrigna, diverse sorelle e un unico fratello, ha due ex mariti e un figlio che vive lontano da lei. Sarah è soprannominata la Divina da suo nonno in omaggio a Sarah Bernhardt ed è proprio il suo nome a renderla unica e a rendere la sua vita straordinaria. La sua vita è divisa fra due culture, tra felicità e dolore, tra passato e presente. L’ originalità estrema del romanzo, la sua unicità, è svelata dal sottotitolo inspiegabilmente assente nella traduzione italiana: I, the Divine. A novel in First Chapters. Un romanzo in capitoli primi. Io, la divina è un romanzo in 45 capitoli primi. Sarah Nour el-Din, scrive e riscrive la sua vita, da un capo, da un’altro, sempre ripartendo da zero e da un altro punto di vista. Sarah non si abbatte, non perde mai, anche nelle situazioni più difficili, la sua voglia di vivere e il suo desiderio di piacere; Sarah è una ribelle, che osa sfidare le regole e le convenzioni della società libanese. Sarah si muove tra il Libano e l’America, tra cristiani maroniti, ebrei, drusi, in mezzo a impossibili pacificazioni, tra guerre familiari e storiche. L’ unicità dei capitoli primi ci regala un romanzo composto da decine di frammenti che accostati fra loro ci danno un quadro unico della storia di Sarah, senza che questa venga mai raccontata in maniera lineare. Oltre alla mancata traduzione completa del titolo, si evidenziano errori di congiuntivi e altre stonature varie. Molto più appropriata anche la copertina dell’ edizione americana.
Ho avuto la sfortuna di avere molte sventure nella mia vita, tra cui non ultima il fatto di essere metà libanese e metà americana. Per tutta la vita, queste parti contraddittorie hanno lottato all’infinito, si sono scontrate, senza mai arrivare a una conclusione soddisfacente. Ho tentennato fino alla nausea tra il bisogno di affermare la mia individualità e quello di appartenere alla mia famiglia, essendo terrorizzata sia dalla solitudine sia dal rischio di perdermi nelle relazioni sentimentali, dimenticando me stessa. Ero la pecora nera della famiglia, eppure una parte essenziale di essa.
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