La casa del silenzio
Brava Fatma, sono fiero di te, provo rispetto per te, ai miei occhi tu sei un essere libero e indipendente, non ti considero né una serva né una schiava, come invece fanno gli altri omini, tu sei uguale a me, capisci, vero, amore mio? Adesso torniamo a casa, sì, la vita è bella come un sogno, ma non dobbiamo risparmiarci se vogliamo che questo bel sogno lo vedano anche gli altri.
Fatma è la vedova di Selahattin, Recep è il figlio illegittimo di Selahattin. Fatima è un’ anziana donna novantenne che vive con il domestico Recep in una casa in riva al mare, a Tuzla, poco distante da Istanbul. Le giornate trascorrono lente, Fatma si perde nei ricordi e convive con l’ insonnia, Recep si defila, cerca di passare inosservato, dentro e fuori la casa. Il tempo è l’ attesa dell’ arrivo dei tre nipoti di Fatma: Faruk il maggiore, Nilgun studentessa progressista e Metin che sogna di andarsene in America. L’arrivo dei nipoti non modifica lo scorrere del tempo nella casa del silenzio, tutto rimane avvolto nel rancore e nella nostalgia. Un romanzo corale che alterna le voci narranti, in cui ognuno esprime il proprio punto di vista della storia familiare. Fatma condanna senza appello Selahattin, medico fallito, attivista politico e alcolista. Faruk ripercorre le orme dell’ alcolismo di famiglia. Nilgun sogna una Turchia nuova mentre Metin si scontra con l’ amore e la rigidità delle classi sociali. Nell’ arco di un’ estate ogni personaggio realizza la propria disfatta. Attraverso le pagine è sempre più evidente che le cinque voci narranti raccontano il caos storico della Turchia. La Turchia è la grande e silenziosa protagonista, sempre in bilico tra Oriente e Occidente, alla ricerca di una identità e delle proprie radici.Lettura a tratti lenta, che non ammette distrazioni. Finale tragico.
Ecco: tutto è al di là delle nostre frasi e delle nostre parole.
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