La guerra di Mattie
Noi invece non lo faremo” disse Mattie.
” Tuttavia sono lieta di cominciare con una citazione. John Stuart Mill ha scritto: Considero una forma d’arroganza per chiunque pretendere di decidere che cosa le donne siano o non siano, possono o non possono essere, per costituzione naturale. In altre parole non si può presumere nulla della capacità di una persona fino a quando a quella persona non viene data la libertà di provare il nuovo, l’audace, l’intentato.
Matilda Simpkin, detta Mattie è un ex suffragetta che ha sempre lottato per il diritto delle donne a essere trattate da cittadine al pari degli uomini.
Ora all’orizzonte si delinea una nuova battaglia. La vicenda prende inizio nella seconda metà degli anni Venti, e precisamente nel 1928. Già da qualche tempo, hanno iniziato a prendere vita i movimenti nazifascisti che a Londra reclutano giovani donne per l’organizzazione dei Fascisti dell’Impero. Mattie è consapevole del momento storico e non intende indietreggiare, anzi avanza contrapponendo alla Lega dei Fascisti dell’impero le sue Amazzoni, giovani donne da dotare di strumenti per orientarsi e comprendere i pericoli che derivano dal fascismo: in primis la negazione dell’identità della donna e della libertà.
Mattie è consapevole del delirio nazi -fascista che sente intorno e che inizia a dilagare in Europa e che non intende stare ferma con le braccia conserte. Tra le sue Amazzoni, un giorno si presenta una giovane ragazza che rimette in discussione una parte del passato di Mattie. Un colpo di scena inaspettato.
Attraverso un prosa arguta ed elegante, La guerra di Mattie ci offre un ritratto comico e sorprendente di una donna, un’attempata ribelle nella Londra del primo dopoguerra.
Io credo nel voto alle donne negli stessi termini di quello concesso agli uomini…