La legge del mare

Le leggi del mare sono diverse da quelle che valgono sulla terraferma: sono più essenziali. Valgono nello spazio ristretto di un’imbarcazione che taglia le onde. In mare non ci sono stranieri o cittadini, clandestini o rifugiati, ma solo naviganti e naufraghi. I primi sono costretti a soccorrere i secondi. Perché come nel riflesso di uno specchio, tutti i naufraghi sono stati naviganti, tutti i naviganti potrebbero diventare naufraghi.

La legge del mare, cronache dei soccorsi, affronta un tema diventato negli ultimi mesi un punto focale della politica del nostro paese. Attraverso un’attenta analisi e una cronologia dettagliata, si ricostruiscono fatti ed episodi di attualità che sono stati trasformati e completamente capovolti dalla macchina della propaganda leghista. Il libro affronta in quattro parti questioni e concetti fondamentali, dall’obbligo di salvataggio in mare al principio di non -refoulement, cioè di non respingimento garantito da una serie di convenzioni internazionali e per cui l’Italia è già stata condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo nel 2012, per una decisione simile risalente al 6 maggio 2009, per aver respinto un barcone con 200 persone a bordo. Un capitolo dedicato alla Juventa, alla sua storia: dalle origini al sequestro. Un esempio di come la propaganda abbia capovolto completamente il significato dei soccorsi in mare, trasformando i volontari che operano a bordo delle O.n.g in organizzazioni dedite al traffico di essere umani. Le inchieste della procura di Catania, a partire dalla Juventa sono stata archiviate e le navi dissequestrate, ma questo non ferma la feroce propaganda contro i migranti.
Un capitolo è dedicato a  Josefa, la donna camerunense salvata dalla nave Open Arms nel luglio 2018, la cui storia è stata strumentalizzata dalla propaganda  a causa della foto delle sue unghie smaltate di rosso. Tutte le storie mostrano come è immediata la strumentalizzazione di ogni scatto, di ogni salvataggio e di ogni volto.
Un altro capitolo è la cronaca della nave Diciotti, esempio paradossale di uno stato che chiude i porti a una nave della marina militare del proprio paese.
Annalisa Camilli, giornalista giornalista di Internazionale da oltre dieci anni impegnata a seguire le rotte delle migrazioni verso l’Europa, scrive un reportage che ci porta letteralmente a bordo delle navi che operano nel mediterraneo e che attraverso le voci e le testimonianze di coloro che prestano servizio di volontariato a bordo, ci spiega chi sono, come operano e in che modo finanziano la loro attività.
Una lettura necessaria per comprendere cosa sta accadendo nel mediterraneo, a poche miglia dalle nostre coste.

 

Il soccorso in mare non sembra più un obbligo e chi difende è etichettato come buonista. Ma è la legge, non la morale, che obbliga a salvare chi è in pericolo.

 

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