La magnifica Esme Wells
Ma non dirmi che è impossibile. Niente nella vita è impossibile.
Las Vegas 1945 e Los Angeles 1939, tra questi due archi temporali e geografici si dipana la storia di Esme. Giovane dodicenne a Los Angeles che non frequenta alcuna scuola, ma solo gli ippodromi dove scommette il padre e i locali dove si esibisce la madre, aspirante e fallita attrice. Un’infanzia negata dalla ricerca spasmodica di successo e soldi dei genitori.
Giovanissima donna a Las Vegas, questa volta dedita alla propria ricerca di un angolo e di un attimo di successo. Nell’esatto momento in cui Benny, datore di lavoro del padre, concepisce l’idea di trasformare acri di terra brulla e deserta nel Flamingo Club, Esme inizia a vedere sè stessa catapultata nell’olimpo delle celebrità. La bellezza ereditata dalla madre, il talento per il ballo e il legame con Nate trasformano Esme in una soubrette e poi in una diva del burlesque. Solo che Nate, personaggio losco e ambiguo, non fa nulla per nulla e lentamente il cappio intorno al collo dell’ignara Esme inizia a stringere, coinvolgendo il padre.
Impeccabile affresco della città del divertimento durante gli anni quaranta, all’indomani del VJ day, quando tutti cercavano lusso, divertimento e avventura l’epoca d’oro in cui gangster e magnati del cinema intrecciavano i loro affari. Il romanzo ritrae, con una prosa magnetica, le promesse e le disillusioni del sogno americano di cui la giovane Esme è artefice e vittima allo stesso tempo. Il finale deludente, qualche pagina in meno e sarebbe stato migliore.
Adolf Zukor era un immigrato ungherese che lavorava a cottimo come sarto e aveva comprato una sala giochi piena di macchine che proiettavano film al costo di un nichelino, finché un giorno, aveva fondato la Paramount Pictures. L.B. veniva dalla Russia e, dopo aver venduto ferraglie e acquistato un piccolo teatro specializzato in burlesque, era diventato il proprietario della MGM. Il polacco Goldwyn vendeva guanti. Tutti in quel settore avevanp cominciato dal nulla, finendo per creare qualcosa di grande. Chi ci impediva di seguire il loro esempio? Tocca a noi, ora.