La scelta di Sudabeh
Era primavera, Sudabeh cara,primavera, sono ancora innamorata di lei. Eravamo agli inizi del regno di Reza Shah, qualche tempo dopo la sua presa del potere. Quanti anni dopo? Quattro? Tre? Be’ non chiedermi quando se ne sono andati i Qajar ed è arrivato Reza Shah… Ma io ero fuori dal mondo; mi è rimasto nella memoria solo quello che desideravo in quell’epoca.
Mahbubeh è una giovane ragazza innamorata, testardamente innamorata di un giovane falegname. Mahbubeh è una ragazza dell’alta borghesia iraniana e il suo destino è deciso dai nobili natali del padre, uomo colto e istruito che ha fatto studiare le proprie figlie. La madre di è una donna devota alla religione e alle convenzioni. L’amore di Mahbubeh per il giovane Rahim è un atto di ribellione. Una ribellione suicida che porta Mahbubeh dritta dentro una vita coniugale di vessazioni, umiliazioni e di violenze fisiche e morali da parte di Rahim e della suocera. L’incapacità e l’immobilità rendono Mahbubeh una vittima incapace di qualsiasi reazione per mesi, per anni. L’isolamento costruito da lei e intorno a lei si spezza un giorno di primavera, quando Mahbubeh dice basta e lascia la casa coniugale. Ricostruire la propria vita su quelle pesanti macerie è difficilissimo. Anni dopo Mahbubeh racconta la propria storia alla nipote Subadeh, ignara di ricalcare i passi della giovane Mahbubeh. Questa volta però la storia della zia fornisce alla nipote gli strumenti per orientarsi. Un romanzo dal ritmo serrato, una coinvolgente saga familiare che ripercorre le vite di un’intera famiglia lungo tutto il novecento e che ci restituisce il quadro di una cultura lontana nel tempo.
Subadeh guardava stupita e ammirata la figura macilenta della zia che camminava: riusciva a figurarsi a stento che un tempo era stata giovane, bella, elegante, coi capelli sparsi sulle spalle, folle di amore e di malinconia.
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