La terrazza proibita
Perché mai ribellarsi e cambiare il mondo se non puoi avere quello che ti manca nella vita? E quello che manca in assoluto nelle nostre vite è l’ amore e la passione. A che serve organizzare una rivoluzione, se il nuovo mondo che nasce è un deserto emotivo
Il libro racconta la storia di una famiglia nel Marocco del 1940. Fatima cresce a Fez, più precisamente in una grande e splendida casa, piena di cortili profumati e di fontane, con stanze ammantate da tendaggi e tappeti preziosi, dove vivono insieme le famiglie di due fratelli, la loro madre, molte donne imparentate e dei servitori. Una grande famiglia che vive rigorosamente divisa: i luoghi femminili sono separati da quelli maschili. E così tra le mura della cucina, delle camere e soprattutto sulla terrazza si svolge la vita di queste numerose donne.La terrazza, quella proibita, diventa così un luogo segreto e fantastico in cui immaginare evasioni, scambiare messaggi con le vicine, praticare rituali magici, leggere e rappresentare drammi teatrali. Un universo femminile legato alla tradizione e alla cultura araba. Il libro è un’ autobiografia delicata, drammatica e al tempo stesso ironica e giocosa. L’ harem diventa così un luogo di apprendimento e non di schiavitù, lontano dallo stereotipo di regno del piacere. Attraverso le pagine e le stagioni seguiamo Fatema, mentre fuori le mura di casa accade la Storia:l’ indipendenza del Marocco, di cui gli uomini e le donne del romanzo sono protagonisti.
Una doverosa rilettura a pochi giorni dalla scomparsa dell’ autrice.
Fes 1940- Rabat 30 novembre 2015.
La zia Habìba era convinta che se gli uomini si fossero fatti maschere di bellezza invece che maschere da guerra, il mondo sarebbe stato un posto di gran lunga migliore.
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