L’amante di Calcutta
Non mi importa delle caste: mi considero solo un indiano. Non avrei mai dovuto menzionare l’ induismo, perché le suddivisioni religiose rovinano tutto.
Pom a sette anni perde tutta la famiglia durante un’inondazione. Attraverso coincidenze e incontri fortuiti approda come serva alla Lockwood School e diventa Sarah, per meglio adattarsi all’ ambiente cristiano della scuola. Una ingiusta accusa la costringe a fuggire e lungo la strada per Calcutta incontra Bonnie che la porta alla Ville La Rose di Kharagpur. Qui diventa Pam, una giovane prostituta e quando poi una notte degenera in violenza si trova a dovver fuggire nuovamente per non dare scandalo e contravvenire alle rigide regole della casa.
A Calcutta si presenta come Kemala. La vita della giovane protagonista si incrocia con gli anni difficili della seconda guerra mondiale, della lotta per la dipendenza dalla Gran Bretagna, della carestia del Bengala fino ai violenti scontri tra indù e musulmani alla viglia dell’ indipendenza e della Partizione . Kamala lotta in prima persona contro le costrizioni imposte dal sistema delle caste e dalla colonizzazione: non solo donna, ma giovane indiana a cui è preclusa la possibilità di lavorare. Saranno solo le coincidenze a permettere a Kemala di incontrare Mister Lewes, funzionario dell’ Indian Civil Service per dare una svolta alla propria vita e iniziare a lavorare come bibliotecaria. Accuratissima la descrizione storica e dettagliata la geografia del Bengala e di Calcutta. Una scrittura attenta e precisa che racconta un paese fiero della propria bellezza nei suoi terribili contrasti sociali. Inevitabile il lieto fine.
Non è mai un intero popolo a essere crudele; sono i singoli individui che impongono la loro volontà sugli altri.
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