L’eco delle balene
Red esce e la porta si chiude dentro di lui. Poi una semplice pausa, come quella di Chopin nell’op. 28, n.7, una pausa come quando l’autunno diventa inverno, una pausa come le altre pause che ho conosciuto, prima che Red chiuda a chiave la porta.
1938, Lev Sergeevic Termen è chiuso in una cabina a bordo della Staryj Bol’sevik, la nave che da New York lo riporta a Leningrado. Nella solitudine della cabina Lev scrive una lunga lettera a Clara Rockmore. Scrivendo ricorda i primi anni come scienziato a Leningrado, l’invenzione del Theremin, lo strumento più strano al mondo per creare musica. Il Theremin è il biglietto di ingresso per il Cremlino, per le capitali europee e per l’America. Lev si innamora di New York e si innamora a New York. Il mondo intorno crolla insieme a Wall Street mentre Lev tiene concerti alla Carnegie Hall e scopre i primi jazz club di Harlem e il proibizionismo. Di giorno insegna i magneti a Somerset Maugham, di notte si lascia condurre dalla musica e un giorno qualunque incontra Dora, la giovane violinista di cui si innamora. In un crescendo continuo di musica, balli, arte e spionaggio Lev si muove tra la bellezza e la meraviglia delle emozioni degli attimi trascorsi con Dora.
Lev è costretto a ritornare in Russia e la realtà lasciata anni prima è completamente stravolta: la sua invenzione lo porta dritto in un gulag in Siberia.
Ispirato alla vera storia di Lev Termen, il romanzo è un’accurata ricerca storica di eleganza, elettricità, note musicali e amore.
Un romanzo in levare, da leggere.
Per la prima volta nella storia del mondo, da quando i mari si erano gelati ed erano comparsi i primi uccelli sugli alberi, Clara Reisenberg e Lev Sergeevic Termen danzarono insieme. Al Make- Believe non c’era un complesso, ma due grammofoni sorvegliati da un uomo e una donna, e una collezione di dischi visibili dalla sala…
Sceglievano swing di New York e swing di Chicago, swing di Londra, di Parigi e di Montreal.