L’irlandese
Adagio adagio, si ridistende sul letto, mentre Suzanne si alza, si dirige a piccoli passi nel cucinino, prende un paio di barattoli dalla credenza e mette l’acqua a scaldare. Sdraiato sulla schiena, la gola in fiamme, guarda il soffitto. E’ incredibile come questa scarsità di viveri inchiodi ciascuno al proprio corpo. Non si riesce a pensare ad altro che al dolore della carne, non si riesce a fare altro che cercare di assecondarne le richieste. Una vera battaglia. Intenzionale, probabilmente. La fame è un’arma astuta, che ti porta a rinchiuderti in te stesso.
Samule Beckett è un giovane uomo apatico e sfiduciato: il lavoro accanto a Joyce procede a rilento e il lavoro di traduzione è fermo. Il momentaneo ritorno in Irlanda si rivela ben presto un errore e nonostante i venti di guerra siano nitidi e vicini, Samuel, l’irlandese decide di rientrare a Parigi dalla compagna Suzanne Dechevaux-Dumesnil. Lo scoppio della seconda guerra mondiale rimescola le priorità dal giovane irlandese e ben presto la sopravvivenza diventa l’unico pensiero di tutti. Le lunghe code per i generi alimentari sono estenuanti, in città manca tutto e la presenza tedesca incombe su ogni ombra ad ogni angolo di strada. Per Samuel diventa prioritario decidere da che parte stare e così la decisione di abbracciare la resistenza parigina, con l’incarico di raccogliere e confrontare i messaggi in codice dei compagni: la resistenza diventa l’unico modo tollerabile di convivere con l’occupazione tedesca.
Quando la cellula viene scoperta e smantellata, a Samuel e Suzanne, non rimane altra scelta che superare la line Maginot per arrivare il Provenza. Il viaggio a piedi è lungo e difficile, le difficoltà sono imprevedibili e queste pagine sono una vera e propria rappresentazione scenica della tirannia del corpo, fra piedi dolenti, denti malfermi, morsi della fame e assenza di ogni aspettativa. La fine di tutto diventa un nuovo inizio, totalmente diverso da qualsiasi legame con il passato: il paesaggio, i volti dei nuovi amici, le azioni della Resistenza tutto è altro rispetto a prima e improvvisamente l’urgenza di scrivere rompe gli argini e invade ogni istante. Una storia straordinaria, che racconta di un uomo in grado di trasformare il dolore in arte, catturando perfettamente gli istanti e gli sguardi dei futuri personaggi delle opere di Samuel Backett
Fa una smorfia. Tira fuori le sigarette. Una città messa peggio di così, come fa ad essere ancora una città? Si accende una sigaretta e fa uno sforzo per riprendere il controllo. Ha le scarpe sbagliate. La giacca, i pantaloni, le mollettiere: è tutto sbagliato. Sbatte le palpebre, e sente i globi oculari. Il mondo è sottosopra, distrutto, sbrindellato. Gli toccherà capire come fare ad abitarlo, e a percorrerlo.
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