Neuland
Quando vai errando – gli accarezza il braccio mentre spiega – le lettere che compongono il tuo nome vagabondano con te. A volte una si stanca e rimane a riposare in albergo, così ti trovi in giro per una giornata intera senza la E, per esempio. Quando vai errando, i tuoi ricordi d’infanzia sono così concreti che uno di loro potrebbe anche sedersi vicino a te sull’autobus. Quando vai errando, i lacci delle scarpe e dell’anima ti si slacciano più spesso… Quando vai errando, l’area dell’innamoramento è sempre accesa, esiste il pericolo che t’innamori persino di una città.”
Meni Peleg dopo la morte dell’ amata moglie decide di partire per il Sudamerica e scompare. Dori, il figlio parte per cercarlo. Dori in realtà ha bisogno di allontanarsi dalla moglie Roni, dal loro matrimonio e dal suo senso di inadeguatezza costante. Inbar si reca dalla madre a Berlino e mentre si trova al gate per l’ imbarco del volo di rientro decide di non partire e di prendere il primo volo su cui trova posto. Inbar, inquieta e cinica è in fuga dalla famiglia e dal fidanzato Eitan. Dori e Inbar si incontrano a Lima e proseguono il viaggio alla ricerca di risposte e di Meni insieme, fino in Argentina. In Argentina Meni deluso da Israele, ha fondato, ispirandosi al barone Hirsh, una nuova temporanea patria ebraica: Neuland.
Un romanzo complesso, che intreccia storie, persone e geografie attraverso le voci narranti che si avvicendano e alternano il presente al passato, Partendo da Gerusalemme a Lima, da Haifa a Berlino, dall’ Argentina alla Polonia, attraverso Hong Kong e un altro lungo viaggio che ha attraversato tutta l’ Europa e il Mediterraneo per approdare alla Terra promessa. Un libro che indaga l’ essere israeliano e l’ identità di un paese, il passato e la necessità di un cambiamento. Cambiamento che è all’ origine del lungo viaggio dalla Polonia di nonna Lili. Lilli è la nonna di Inbar che, seduta sulla sua sedia dei ricordi, si racconta e, attraverso le sue parole si scoprono al storie e legami. I protagonisti sono legati come la tela di un ragno, e sono tutti, seppur in modo differente, costretti a fare i conti con i propri fantasmi, in attesa di trasformarsi e di cogliere un’ opportunità, esattamente come il loro paese.
Si siede sera dopo sera sulla sedia dei ricordi. C’è una sedia, una sedia semplice, da cucina, che basta che lei ci si sieda verso sera, rivolta verso la finestra, in un’angolatura precisa, e accenda il ventilatore a velocità due, né uno né tre, con una tazza di tè in mano, un Wissotzky semplice, non uno dei tè nuovi, con quei nomi ridicoli, e i ricordi del viaggio in nave tornano, limpidi come l’ acqua dell’ oceano.
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