Non Temere e Non Sperare
La vera forza significa sapere dove è la tua debolezza e come aggirarla, sapere dove è la tua forza e come attivarla. Come è sottile il confine tra la forza e la debolezza. Come è confuso. Come è pericolosa quella terra di nessuno. Quando tutto avviene all’ interno del gioco ” facciamo finta che,” la verità arriva ad assomigliare a una bugia, e la bugia alla verità. E allora come puoi orientarti?
Il romanzo è ambientato in una base di addestramento israeliana, agli inizi del 1950. Melabbes, l’ io narrante, un ashkenazita di buona famiglia e solitario, ci conduce fin dalle prime pagine all’ interno del gruppo delle giovani reclute della Base di Addestramento 4, i soldati a ridotta idoneità fisica. L’ io narrante è alternato da un io interiore che racconta il dentro e fuori di ognuna delle reclute. I ragazzi che hanno varcato il cancello della base sono di provenienze geografiche e sociali diverse: ci sono ashkenaziti convinti di essere i fondatori dello Stato di Israele, ci sono ebrei arabi, come Rachmanin discriminati per l’ area geografica di origine, ci sono immigrati dell’ Europa dell’ Est come Albert il bulgaro e Zero Zero rumeno che sono ancora frastornati dai campi di transito. Ci sono i kibbutznik sognatori come Alon, che non accetta che una piccola imperfezione lo abbia imprigionato alla base 4. Ci sono i sopravvissuti alla Shoah come Miller il tedesco, tenuto a distanza da tutti e schiacciato dal peso della storia. Ci sono i sabra: i nati nella terra promessa. C’è il gruppo di Gerusalemme con Channan e Porcospino e quello di Tel Aviv, ci sono gli artisti come Yossi Ressler che suona il violino e la chitarra, c’è Avner un sefardita bello sempre innamorato ed egoista e Micki Spector che gioca a pallone e alterna la base agli allenamenti. C’è Nachum un ragazzo religioso osservante e Zacki dal passato incerto in Iraq. Il romanzo è una lunga riflessione, che coincide con il periodo di addestramento, attraverso le umiliazioni e la violenza degli istruttori, la fatica e la rigida disciplina e le estenuanti marce. Ai questi momenti si alternano le lunghe guardie notturne ei momenti in camerata prima “dello spegnete le luci” o al mattino prima delle ispezioni in cui i ragazzi iniziano a scoprire il cameratismo e le ambizioni, il dolore e i sogni, l’ egoismo e la menzogna, le incomprensioni e l’ amicizia. Ed è proprio il confronto ad aprire gli orizzonti sul sul loro futuro. I ragazzi che hanno varcato i cancelli della base 4 ora sono uomini, e dentro di loro le aspettative e i sogni del nuovo Stato. E’ questa visione che rende il romanzo unico, un insolito ed inedito punto di osservazione.
Una meravigliosa sensazione di libertà s’ impossesso di me, un grido interiore di esultanza, una deliziosa sensazione fisica di assenza di peso e di fiducia nella mia capacitò di librarmi, e un’ infinita gratitudine perché ero vivo, perché la mia infanzia era già passata, ed ero giovane, ed ero un israeliano, e non m’ importava cosa sarebbe accaduto o dove sarei arrivato.
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