Ombre Bruciate
E’ la storia delle generazioni, riflettè Harry. James Burton aveva assistito al crollo dell’ Impero; Harry Burton lavorava al crollo del comunismo; e Kim Burton non desiderava altro che imparare a costruire, un edificio dopo l’ altro, interessata più al procedimento che al risultato, si trattasse di una moschea, un museo o una prigione.
Il romanzo narra la storia di due famiglie unite dal destino, o dalle affinità – i Weiss-Burton e i Tanaka-Ashraf – e dal Giappone la scena si sposta in India e poi in Pakistan, in Afghanistan e a New York. Seguendo le vicende di Hiroko, la scrittrice tesse una tela di ribellioni adolescenziali e di tragici malintesi, di campi di addestramento e di morti ingiustificate, di vecchi imperi che crollano e di nuove alleanze che degenerano. Il prologo pone al lettore una domanda e per tutto il romanzo la domanda compare tra le pagine. Il principio di tutta la storia è a Nagasaki, la mattina del 9 agosto 1945. La mattina della bomba atomica è l’ istante in cui Hiroko perde tutto. Da questa perdita prendono forma le storie che si intrecciano con la Storia e con le Geografie: la fine dell’ impero britannico, la partizione, la guerra fredda, l’ invasione della Russia in Afghanistan, fino al crollo delle Torri Gemelle nel 2001. Passando dal Giappone a Delhi, da Delhi a Istambul e poi a Karachi, per approdare a New York. Le storie si intrecciano con le nuove generazioni, mentre rimane inalterato il senso di smarrimento che accompagna Iroko Tanaka, suo marito Sajjad Ashraf e il loro figlio Raza, che non si sente nè indiano nè giapponese. Allo stesso modo di Elizabeth/ Ilse Burton, di suo figlio Harry, che si sente più indiano che inglese, fino alla giovane Kim Weiss. Smarrimento che si intreccia con il senso di perdita dei legami e della terra di origine: Hiroko abbandona il Giappone e poi Karachi. Elizabeth lascia prima la Germania, poi l’ India e infine l’ Inghilterra per New York. Sajid parte da Delhi, non sapendo che sarà una scelta definitiva. Un romanzo che narra la forza dei legami,del coraggio dei protagonisti, della convivenza tra differenti etnie, della lealtà e del tradimento e di persone smarrite. Un romanzo di cui diventa difficile narrare la trama senza svelare quanto è da scoprire pagina dopo pagina.
Poi, lui e Harry avevano fatto il parallelo delle storie che ciascuno dei due conosceva dell’ altro. Storie di occasioni offerte (tramite Konrad, Sajjad aveva trovato il modo di sfuggire al piccolo mondo della ditta di famiglia) di lealtà dimostrata ( Hiroko non aveva voltato le spalle a Konrad, malgrado il mondo lo vedesse come un nemico) storie di ospitalità ( ben tre volte Ilse aveva trovato una sistemazione a Hiroko: a Delhi, a Karachi, a New York) di incoraggiamento ( Ilse non avrebbe mai abbandonato la vita che odiava se non fosse stato per Hiroko) di disastri evitati ( james e Ilse avevano fatto in modo che Hiroko e Sajjad fossero lontano durante i massacri della Partizione). E come Raza e Harry ben sapevano, anche di storie di seconde possibilità ricevute ( per diventare padri e figli migliori). Adesso anche Kim faceva parte di quelle storie.
Dallo scaffale della Biblioteca delle Donne di Lella Artesi.
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