Otto anni al potere
Questa è l’ironia di Barak Obama: è diventato il politico nero di più grande successo della storia americana evitando i problemi razziali tossici del passato, tenendosi pulito, come lo ha definito una volta Joe Biden, eppure il suo essere nero è indelebile e si diffonde su qualsiasi cosa tocchi. E’ un paradosso collegato a quelli più grandi che che caratterizzano il paese che governa. Per la maggior parte della storia americana, il nostro sistema politico si è basato su due fatti in conflitto tra loro: un reiterato amore per la democrazia e una supremazia dei bianchi inscritta a ogni livello di governo.
Dal 2008 al 2016il presidente degli Stati Uniti d’America è stato un uomo nero. Lui, la sua famiglia e la sua amminostrazione sono stati l’immagine della facilità con la quale le persone di colore hanno potuto integrarsi nella cultura, nella politica e nel mito americano. Il potere simbolico di Barak Obama ha spaventato il suprematismo bianco, che ha sentito il paese scivolare via e quella paura è stata tale da consegnare il paese nelle mani di Donald Trump.
Ta- Nehisi Coates, giornalista e scrittore afroamericano di 42 anni, una delle firme più acuminate della rivista The Atlantic, intellettuale pubblico, discute con Obama nell’ultimo anno della sua presidenza e racconta l’America delle leggi razziali, del diritto al voto delle persone di colore e dei ghetti attraverso otto saggi potenti che approfondiscono la realtà degli afroamericani senza giri di parole, con ricerche e dati alla mano. Il libro è il ritratto di un paese profondamente razzista, prigioniero della paura del diverso, tanto da pianificare la società e le città per continuare a segregare sotto il falso mito della libertà e dell’emancipazione. Un paese che nonostante decenni di studi, approfondimenti accademici e dibattiti, ancora non ha trovato una strada, un modo o una possibilità per affrontare seriamente il discorso delle Riparazioni a favore degli afroamericani: una decisione che rinvia continuamente la consapevolezza del passato e cancella ogni responsabilità storica del paese nei confronti della schiavitù.
Una lettura doverosa e necessaria per comprendere gli Stati Uniti di oggi.
L’America comincia con il raggiro dei neri e con la democrazia dei bianchi, due aspetti non in contraddizione tra loro, ma complementari. Gli uomini che si sono riuniti per fondare gli Stati Uniti indipendenti, devoti alla libertà e all’eguaglianza. erano proprietari di schiavi o non avevano problemi a stringere accordi con quelli che lo erano. Nessuno di loro si sentiva del tutto a suo agio con questa realtà, ma non si sentivano nemmeno responsabili. Molti avevano ereditato sia gli schiavi che l’attaccamento alla libertà da una generazione precedente e sapevano che le due cose non erano scollegate.
Ta- Nehisi Coates Otto anni al potere. Casa editrice Bompiani. Traduzione di Giulio d’Antona
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