Per Fare la Frittata
C’ era sempre stato, il cambiamento. C’erano stati cambiamenti enormi, solo che la continuità della mia vita li aveva dissimulati. Erano talmente tante le cose che uno non notava vivendo giorno per giorno.
Parigi 1991 qualche giorno a letto per un’ influenza e la vita di Feliks Zhukovski inizia lentamente a cambiare. Dapprima con qualche riflessione sulle parole di madame Lefève poi in modo più consistente. Felix è un uomo di sessanta anni che ha un passato di sindacalista, giornalista e di autore della Guide Jaune, l’ unica guida turistica sui paesi dell’ est pubblicata in occidente fino alla caduta del muro di Berlino. la caduta del muro è uno spartiacque nella vita di Felix, nulla può essere come prima. Gli anni pesano e continuare a viaggiare è difficile. Gli viene offerta l’ opportunità di vendere la guida a un editore americano e dopo il primo colloquio Felix accetta di recarsi a New York per le trattative. In maniera sorprendente il viaggio a New York lo porterà anche a Columbus, Ohio, dal fratello Woody di cui non aveva più notizie da oltre cinquanta anni. Il viaggio è un percorso a ritroso che lo porta ad interpretare in maniera del tutto inaspettata il passato. Dopo il rientro a Parigi decide di ritornare a Lodz in Polonia, città dove era nato e da cui era partito con il fratello alla vigilia dell’ invasione tedesca.
Anche qui il passato riemerge inaspettatamente e ribalta ogni prospettiva di interpretazione che fino a quel momento Feliks si era dato. Un passato che dalla Polonia lo conduce a Berlino est per un’ altra imprevista curva della vita. Tutto si sgretola e allo stesso tempo tutto si ricompone.Per fare la frittata è un vecchio detto rivoluzionario attribuito a Lenin: “Per fare la frittata bisogna rompere le uova,” ma quando le uova assumono i connotati dei propri familiari, dei luoghi cari dell’infanzia, improvvisamente l’aforisma perde molto del suo fascino e si manifesta in tutta la sua dirompente e mascherata violenza. La violenza della Storia, dalla Seconda guerra mondiale, alla Shoah, alle dittature comuniste nei paesi dell’Est. Un ‘ opera prima che con disincanto, ironia e autoironia tagliente ci porta alla scoperta del passato che diventa crollo delle illusioni. Grazie Daria per questo regalo.
Tornare era stato un errore. O forse lo è sempre. I luoghi non sono mai come te li ricordi. Magari sono cambiati loro, o magari sei cambiato tu, o magari ancora è uno scherzo della memoria.
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