Questa sera è già domani
E non era vero che la zia ripeteva solo le cose già dette dagli altri. Si ricordava i giorni del Quattro Moschettieri e di quando la zia, continuando a sentire la radio per proprio conto, aveva cominciato a captare i segnali di una campagna contro gli ebrei e si era tanto spaventata. Non l’aveva capito nessuno allora il suo smarrimento, e invece lei, la donnetta qualunque, alla verità ci era arrivata prima di tutti loro.
Genova. Una famiglia ebraica negli anni delle leggi razziali: una madre indifferente e rancorosa, un padre con passaporto inglese, laborioso,ma non abbastanza determinato da affrontare la moglie e per cogliere al volo l’opportunità del governo inglese di mettersi in salvo e un figlio geniale, che intuisce la realtà, ma è incapace di opporsi ai genitori. Intorno a loro un nonno bizzarro, una zia senza figli che tutti ritengono incapace di confrontarsi con il mondo a causa della sua sterilità e zii e cugini che appaiono e riappaiono, ma rimangono sfuggenti fino al punto di salvarsi da soli. Infatti mentre i giorni si susseguono tra imponenti riunioni familiari e incontri privati Emilia, madre di Alessandro rimane immobile nelle sua posizione ferma di non voler lasciare Genova per una forma di timore e rispetto degli altri famigliari. Alessandro grazie a una giovane ebrea, profuga austriaca, viene a conoscenza di quanto accade nei campi in Germania e per quanto gli sia proibito parlare con la giovane, riesce nel percorso da scuola a casa della zia, parlando in francese a farsi un’idea precisa della realtà. Lo scontro con la madre è inevitabile e violento e il padre Marc, incapace di opporsi alla moglie, rimane fiducioso degli italiani ritenendoli incapaci di comportarsi come i tedeschi. La storia incalza attraverso le pagine e alla fine l’unica soluzione è una fuga precipitosa e pericolosa che mette a rischio la vita di tutti e tre. Un romanzo intenso, disperato e coraggioso, che racconta una storia riconducibile a molte altre storie.
Il manifesto degli Scienziati razzisti era apparso incorniciato nel mezzo della prima pagina di un quotidiano con la violenza di un sasso o un pugno che manda a frantumi una vetrata. “Esiste una razza italiana” gridava quel manifesto di fronte al mondo. ” Gli ebrei non appartengono alla razza Italiana” e ancora altre parole infette: l’unica popolazione diversa sul suolo italiano risultava quella ebraica.
Lascia un commento