Su e giù per le corsie
Mi presentai alla Sorella della Jane English; stava scrivendo il rapporto. Era molto giovane ed era stata promossa da poco; si sentiva molto consapevole della sua posizione. Parlava a scatti e richiudeva subito la bocca dopo ogni frase, come senza dubbio richiudeva subito i cassetti e tutte le porte. Mi disse di andare a vedere se le infermiere di giorno avevano bisogno di aiuto. Le trovai in cucina che leggevano il giornale.
Quando i bombardamenti della seconda guerra mondiale colpiscono Londra, Monica Dickens decide di lasciare il suo lavoro di cameriera dell’upper class inglese, per iscriversi a un corso da infermiere in un ospedale dell’Hertfordshire. La svolta è sorprendente e repentina: nel giro di pochi giorni Monica si ritrova in classe e tra le corsie dell’ospedale. Ogni giorno è scandito dalle regole ferree della capo infermiere e della Sorelle, dai turni, dalle lezioni e dagli infimi lavori che toccano all’ultima arrivata. Ogni reparto è una realtà a sè, il turno di giorno e il turno di notte sono mondi separati e Monica combatte per non farsi schiacciare dell’ospedale, dalle Sorelle e dai pazienti. Dopo un rigido tirocinio iniziale, Monica inizia a comprendere le dinamiche dei reparti e a ritagliarsi momenti e serate di divertimento, sgattaiolando fuori, di sera tardi, per andare a ballare. Un lungo racconto divertente e ironico dell’apprendistato da infermiera in un ospedale durante il secondo conflitto mondiale. Un divertentissimo memoir, che tra disastri memorabile e scontri epici, affronta con saggezza e ironia il tema della guerra. Dal suo antenato, Charles Dickens, ha ereditato il talento letterario e il delizioso humor.
Al turno di notte, invece di una notte di libertà alla settimana, ne avevamo tre consecutive ogni mese. Quando Maxton era in vacanza, la sostituiva la McLeod, la ragazza con lo stomaco della capacità di un baule. Mangiava durante tutta la notte: cominciava con tè e toast appena la Sorella aveva terminato il primo giro e si teneva su con spuntini fino all’ora del porridge. Dopo la prima notte, decisi che ne avrei preparato il doppio.
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