Un giorno di festa
Non si era mosso, ma era come se quelle parole avessero infranto un incantesimo. D’altro canto, non poteva dire di essere sorpresa, anche se aveva pensato, per magia, che gli obblighi fossero venuti meno. Per il resto della giornata, se non altro. Una porzione così minima non poteva durare per sempre ( o sì, invece). Un frammento di vita non può equivalere a una vita intera.
Inghilterra, 1924: una domenica di fine marzo, una giovane donna e un giovane uomo, un’inattesa telefonata, un cambio di programma e l’improvviso irrompe nelle vite dei due giovani. La giovane è Jane Fairchild, una domestica a servizio dai Niven, il ragazzo è Paul Sheringham, giovane rampollo. Quella domenica, dopo sette anni di incontri clandestini, Paul invita Jane per la prima volta a casa sua. Con trepidante emozione Jane si dirige a casa di Paul, lascia la bicicletta sul retro e segue il giovane dentro casa. I due giovani amanti trascorrono qualche ora nella luce più bella del loro amore, letteralmente, grazie a una finestra aperta sul giardino nel tiepido sole primaverile di fine marzo. La fuga precipitosa di Paul per l’appuntamento a pranzo con Emma Hobday, la sua futura sposa, lascia Jane sola nella grande case, tra pensieri ricordi e riflessioni sugli attimi appena vissuti con Paul. Le ombre del pomeriggio si allungano, Jane ritorna al suo lavoro, ma nulla è e sarà più come prima.
Un romanzo, intimo e intenso che ritrae una giovane donna attratta dall’indipendenza e un giovane uomo schiavo delle rigide regole della borghesia inglese. Un ritratto che abbraccia un’intera generazione di giovani, quelli tra le due guerre, disillusi e al tempo stesso pieni di speranza, quelli consapevoli della realtà e quelli, come Paul che sfidano la vita.
Raccontare storie, inventare racconti. Aleggiava sempre il sospetto che farlo significasse commerciare in menzogne. Ma per lei, raccontare sarebbe sempre coinciso con la del modo più rapido ed efficace per attingere all’essenza delle cose: commerciare sì, ma in verità.