Una lotta meravigliosa
Mio padre ormai mi parlava poco, ma mia madre invece continuò. Mi ricordo com’era arrabbiata quell’estate, soprattutto per dover di nuovo pagare le lezioni di recupero. Mi faceva delle prediche infinite mentre camminavamo su Liberty Road, poi si fermava a metà per citare Bob Marley: emancipa te stesso dalla schiavitù mentale, nessuno potrà farlo al tuo posto. Era pronta a lottare fino alla fine perché io avessi quella chance.
Baltimora. Paul Coates era un genitore inflessibile e severo, veterano del Vietnam, ex membro delle Pantere Nere, che stampava nel sottoscala libri per una controstoria degli Stati Uniti vista dagli “esclusi”,un autodidatta disposto ad ogni sacrificio per tenere i suoi sette figli lontano dalle strade di Baltimora. Una vera lotta senza quartiere: la strada ha poche leggi, le leggi sono dettate dalla gerarchia e dalle armi, i soldi sono facili e la libertà che trasmette sembra infinita. Il resto della vita oltre la strada è difficile, le scuole e gli insegnanti sono avversi a prescindere, tutto ha un prezzo sia in termini economici che di traguardi da raggiungere e gli obiettivi per le persone di colore sono decisamente pochi e lontani. L’autore di Tra me e il mondo, racconta i difficili anni dell’adolescenza, combattuta tra l’ammirazione sconfinata per il padre, la tentazione offerta dalla strada e dalle gang e l’amore per i libri e la cultura, nonostante un pessimo rapporto con le autorità scolastiche. Un memoir intenso, che racconta gli scontri tra culture e storie, di geografie che sono origini lontane e della caparbietà di una madre che non transige fino all’iscrizione alla Howard University, l’Harvard dei neri, dove Ta-Nehisi approda dopo mille vicissitudini. Il racconto di Ta-Nehisi Coates è un affresco emotivamente destabilizzante e travolgente del microcosmo di una famiglia nel macrocosmo di una società che ha ancora oggi tantissima strada da fare in tema di uguaglianza e di accesso ai diritti.
Doverosa lettura.
Al diavolo tutti voi che parlate solo per parlare, che aprite bocca come se noi non sapessimo come stanno le cose. Abbiamo letto gli stessi libri, visto le statistiche, fatto i conti, e ne siamo emersi con il dono della profezia. Sappiamo già come moriremo: in qualche suicidio con un cugino, in guerre che per voi sono solo teorie, in ospedale soffocati lentamente da problemi di cuore e colesterolo. Siamo sul gradino più basso della scala sociale…
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